La vicenda attorno all’ampliamento del Parkhotel Delta sfocia in una causa. «Stanno cacciando gli svizzero tedeschi»
LOCARNO - Venti milioni di franchi. È la pretesa di risarcimento che la proprietà del Parkhotel Delta intende avanzare nei confronti della Città di Locarno. Il motivo? Una serie di condizioni che hanno reso invendibili gli appartamenti situati nel recente ampliamento della struttura alberghiera (il cosiddetto Delta Resort). Ai proprietari è infatti negato l’utilizzo come residenza primaria o secondaria (possono passarci al massimo otto settimane all'anno). E gli spazi devono essere messi a disposizione di terzi. Condizioni a cui - lo spiega Alessandro Ambrosoli, amministratore del Parkhotel Delta, in un odierno incontro con la stampa - le autorità cittadine non avevano in alcun modo accennato, nel 2009, al rilascio della licenza edilizia. «Ora gli spazi sono invendibili».
Si tratta di 52 appartamenti suddivisi in quattro edifici. Ma che sono situati in un’area che, secondo il piano regolatore, ammette soltanto strutture a destinazione turistica-alberghiera. Il dietrofront del Municipio, sottolinea ancora l’amministrazione, risale al 2014, a seguito di una serie di critiche pervenute dai Verdi cittadini.
E nel frattempo i locatari di appartamenti del resort di lusso sono inoltre stati invitati ad andarsene, con tanto di minaccia di sfratto. «Sono soprattutto svizzero tedeschi che risiedono in Ticino da decenni». Il rappresentante legale della struttura, Fulvio Pelli, ritiene che il procedere del Municipio sia «pericoloso» non soltanto dal punto di vista del diritto, ma anche da quello politico. «È inaccettabile che un proprietario venga sottoposto, dopo il completamento dell’immobile, a delle condizioni che ne annullano il valore».
E non solo: «In questo modo il Municipio di Locarno manda un messaggio negativo all’indirizzo della Svizzera tedesca, quindi a quella regione che Locarno deve ringraziare per il proprio benessere. Il messaggio è: se avete intenzione di stabilirvi da noi, allora non siete più i benvenuti». Un comportamento che, secondo il legale, non si può permettere né la Città di Locarno né il Ticino. Pertanto la speranza è che al termine delle vacanze estive il Consiglio comunale possa spingere l’Esecutivo a cambiare rotta.