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"Salari minimi per ingegneri, architetti, informatici"

L'OCST invita le associazioni di categoria a essere responsabili
tipress
"Salari minimi per ingegneri, architetti, informatici"
L'OCST invita le associazioni di categoria a essere responsabili
BELLINZONA - Un ingegnere alle dipendenze di una ditta con sede nel Luganese: stipendio lordo mensile di 1'940 franchi (13 mensilità); un architetto alle dipendenze di uno studio del Luganese: stipendio lordo mensile di 2’200 franch...

BELLINZONA - Un ingegnere alle dipendenze di una ditta con sede nel Luganese: stipendio lordo mensile di 1'940 franchi (13 mensilità); un architetto alle dipendenze di uno studio del Luganese: stipendio lordo mensile di 2’200 franchi (12 mensilità); un informatico precedentemente alle dipendenze di una ditta del Mendrisiotto: stipendio lordo di 2’500 franchi (13 mensilità). Casi di questo genere sono tutt’altro che sporadici. "Da un lato, il Cantone ha puntato e continua a investire risorse ingenti nella formazione di livello universitario (USI e SUPSI), Dall’altro, il mercato del lavoro sta scivolando lungo una china dissacrante che deprezza abbondantemente i curricoli universitari. Emblematico è il caso, nel settore tecnico, degli ingegneri, degli architetti e degli informatici". Se ne occupa oggi l'OCST con un comunicato stampa in cui si fanno degli esempi. 

La Commissione tripartita ha proposto al governo cantonale di decretare un salario minimo per gli informatici. Il relativo contratto normale è entrato in vigore il 1. settembre. Un’esigenza analoga è avvertita anche per le altre due professioni (ingegneri e architetti), sulle quali la Commissione, dopo avere già in passato puntato gli occhi, sta parimenti auspicando l’introduzione di salari minimi.

Nel corso dell’ultimo decennio le retribuzioni hanno subìto pressioni particolarmente acute. La possibilità di reclutare manodopera frontaliera e la remissività retributiva di questo personale sono stati sfruttati da una parte delle imprese e studi locali, incuranti dello svilimento delle professioni tecniche conseguentemente prodotto" spiega il sindacato.

Le pressioni sui livelli salariali e altre manovre retributive hanno collocato il Ticino su una traiettoria di accresciuto divario rispetto alla Svizzera interna. Pur con la necessaria cautela, i dati forniti dall’USI attestano un ritardo salariale attorno al 20/40%. Per il sindacato Non si tratta di demonizzare una componente della manodopera – quella frontaliera – della quale l’economia ed anche i rami tecnici continueranno ad avere bisogno. Il suo apporto deve tuttavia contribuire a coprire le carenze quantitative di manodopera o qualitative di profili specialistici in una logica di complementarietà rispetto ai diplomati indigeni. "Occorre evitare che, per il comportamento speculativo delle ditte locali, si tramuti in un fattore di sostituzione di manodopera".

L’OCST spera che le associazioni di categoria si facciano carico più intensamente della responsabilità che incombe su loro nella tutela del valore e dell’attrattività della rispettiva professione, e chiede l’introduzione di salari minimi attraverso l’adozione di un contratto collettivo di lavoro.

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