Noè come King Roger? Non sprechiamo "l'effetto Ponti"
Noè come King Roger? Non sprechiamo "l'effetto Ponti" Il paragone è (forse) prematuro e di quelli irriverenti, ma il nostro nuotatore ha acceso i riflettori su una disciplina che solitamente "si tira fuori dal cassetto" solo ogni quattro anni.
Ne abbiamo parlato con cinque persone che questo mondo lo vivono dall'interno.
Il paragone è (forse) prematuro e di quelli irriverenti, ma il nostro nuotatore ha acceso i riflettori su una disciplina che solitamente "si tira fuori dal cassetto" solo ogni quattro anni.
Ne abbiamo parlato con cinque persone che questo mondo lo vivono dall'interno.
SAVOSA - Simpatico. Vincente. Ticinese. Noè Ponti anche ai recenti campionati europei in vasca corta a Lublino - in cui si è messo al collo tre medaglie d'oro e una d'argento - ha fatto meraviglie. E ha acceso i riflettori su uno sport, il nuoto, solitamente di nicchia.
Effetto Ponti?
Lo squalo del Gambarogno ha insomma dato visibilità alla sua disciplina. Ma possiamo parlare - come fu ai tempi per Federer che portò un'intera generazione di svizzeri ad appassionarsi e a praticare il tennis - di un vero e proprio "effetto Ponti" anche per il nuoto? Abbiamo girato la domanda alla Federazione Ticinese di Nuoto (FTN) e a quattro team natatori. «Noè è una forza trainante. Con sé porta passione e affetto e fa aumentare la visibilità della disciplina che pratica», ci conferma Marzio Mellini, presidente della Nuoto Sport Locarno (NSL).
«Paragonerei l'effetto Ponti sul nuoto all'effetto Federer sul tennis. Empatia, risultati, immagine positiva veicolano i contorni di un personaggio trasversale molto amato ovunque. Da lui e dalle sue vittorie - precisa Mellini - il nuoto trae grande giovamento, ma è difficile già quantificare adesso l'entità di questo effetto».
Punto di riferimento
Per ora, Noè è sicuramente un enorme punto di riferimento per chi il nuoto già lo pratica. «È un esempio per tutti. Un ambasciatore», sottolinea Fausto Mauri dell'A-Club Swimming Team di Savosa. «È uno sprono per chi il nuoto lo ha già scelto», conferma Elena Nembrini, presidente della Turrita Nuoto.
Un ambasciatore che, però, sembra non aver portato "traffico" tra le corsie delle piscine ticinesi. «L'effetto Ponti non ha inciso sulle nuove leve, ma per chi già nuota è sicuramente un grande esempio», sottolinea il presidente della Mendriotto Nuoto (NUM) Emanuele Riva. «Non c'è stata nessuna euforia collettiva», conferma Mauri. Anche perché - precisa Nembrini - «il nuoto non è uno sport particolarmente attraente soprattutto d'inverno e la stagione estiva è troppo breve».
E poi c'è la fatica. Tanta fatica. «La nostra è una disciplina molto particolare che esige sacrifici e non contiene, nella sua natura, la componente ludica che attira bimbe e bimbi», sottolinea Mellini. «Avvicinarsi al calcio, per fare un esempio, è, e sempre sarà, più semplice».
Mancano piscine
Anche perché per giocare a calcio basta un pallone. Mentre per il nuoto servono infrastrutture specifiche. «Il problema acuto in Ticino è la mancanza di piscine coperte da 25 e da 50 metri», rimarca Lucas Bächtold, presidente della FTN. «Purtroppo i Comuni e il Cantone investono troppo poco in questo tipo di infrastrutture. Noè è un fenomeno, ma ha avuto anche la fortuna di crescere a pochi minuti dal Centro sportivo nazionale di Tenero (CST), dove ha potuto conciliare studio, sport e famiglia».
La speranza di Bächtold è che "l'effetto Ponti" possa dare una spinta ad agire anche alla politica. «Nell'era moderna è risaputo che costruire impianti sportivi, significa costruire palazzetti e stadi idonei per la gestione degli eventi. Purtroppo, quando si costruiscono piscine, il committente non pensa a questi aspetti. Per questo spero - conclude il presidente della Federazione - che l'effetto Noè possa portare la politica comunale e cantonale a realizzare degli "stadi per eventi natatori"».
Visibilità, ma non per tutti
Ponti ha sicuramente contribuito ad accendere i riflettori sul mondo del nuoto in Ticino. Anche se per quanto riguarda la copertura mediatica - secondo gli addetti ai lavori - c'è ancora molto da fare. «I media dovrebbero parlare di più degli eventi locali, come i campionati ticinesi, e delle giovani leve», sottolinea Mauri. «Il calendario natatorio è molto fitto e meriterebbe una visibilità maggiore. Magari facendo conoscere alla comunità anche quello che c'è sotto il campione».
Il nuoto, insomma, meriterebbe maggior attenzione: «Ora, con Noè, se ne parla cinque giorni per due o tre volte all'anno. Prima se ne parlava solo ogni quattro anni», precisa Riva con chiaro riferimento alle Olimpiadi. Poi, togliendosi un sassolino dalla scarpa, conclude: «Sabato e domenica le finali non sono passate in diretta sulla RSI, ma solo in streaming». Un ulteriore segnale che l'effetto Ponti non è (per ora) così dirompente come il suo delfino in vasca.
I numeri - La Federazione Ticinese di Nuoto accoglie, per ora, tre sport agonistici: nuoto, pallanuoto e nuoto artistico. Con la nuova piscina in costruzione al CST c'è il progetto di far nascere il quarto sport agonistico, vale dire i tuffi. In Ticino ci sono 16 club affiliati alla Federazione, di cui sette hanno attività agonistiche nel nuoto, due nella pallanuoto e uno nel nuoto artistico. La stagione scorsa questi club hanno avuto un movimento di oltre 8'500 persone. Per quanto riguarda le società nuoto che abbiamo interpellato, la Mendrisiotto Nuoto ha «circa un centinaio di soci attivi suddivisi in cinque squadre con altrettanti allenatori». La Nuoto Sport Locarno vanta complessivamente «circa 130 nuotatori iscritti alle squadre - 6 di nuoto agonistico, 4 di nuoto amatoriale -, allenati da 4 allenatori (due uomini e due donne, una delle quali anche responsabile dei corsi di nuoto) e un'assistente allenatrice. La Turrita Nuoto ha invece cinque squadre agonistiche con 100 atleti, mentre l'A-Club Swimming Team Savosa presenta «150 giovani che praticano l'attività» e si distingue con «quattro nazionali svizzeri élite e altrettanti giovanili». Due di questi attivi nella Long Distance (nuoto in acque libere)
