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Il dramma di Giulia Albini: "Non può essersi uccisa davvero"

La tesi del suicidio non convince. L'incredulità degli amici della giovane fisioterapista che lavorava alla clinica Hildebrand
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Il dramma di Giulia Albini: "Non può essersi uccisa davvero"
La tesi del suicidio non convince. L'incredulità degli amici della giovane fisioterapista che lavorava alla clinica Hildebrand
BRISSAGO – “Il sogno nel cassetto? Te lo dico l’anno prossimo, se si avvera”. Lo aveva ‘promesso’ Giulia Albini sul sito della Matia Ornavasso, la sua squadra di pallavolo. Ma l’anno prossimo non arri...

BRISSAGO – “Il sogno nel cassetto? Te lo dico l’anno prossimo, se si avvera”. Lo aveva ‘promesso’ Giulia Albini sul sito della Matia Ornavasso, la sua squadra di pallavolo. Ma l’anno prossimo non arriverà mai per la giovane atleta con un passato nel Bellinzona Volley e fino a qualche giorno fa apprezzata fisioterapista alla clinica Hildebrand di Brissago. Perché Giulia, classe 1982 e tanti sogni nel cassetto, l’hanno ritrovata morta nelle acque del Bosforo, in Turchia. Suicidio, si era detto nel corso delle prime ore. Un volo a capofitto dal ponte Fatih Sultan Mehmet, che collega l’Asia all’Europa. Ma è un ipotesi che convince sempre di meno. I primi a sostenerlo sono i suoi amici. “Giulia non avrebbe mai fatto una cosa simile – dice un suo amico di Locarno, ex dirigente del Bellinzona volley –, era una tipa super positiva e aveva mille contatti a cui affidarsi in caso di bisogno”.

Uno strano anonimato - Famigliari e amici di Giulia sono avvolti da un velo di tristezza, scetticismo e incredulità. La 30enne era partita sabato scorso da Arizzano (Verbania) alla volta di Istanbul. Ci era andata da sola, senza parlarne con nessuno. Stando a fonti non ben definite, in Turchia avrebbe affittato un’auto e nella notte tra domenica e lunedì si sarebbe fermata proprio sul Fatih Sultan Mehmet per poi abbandonarsi alle acque dello stretto. A ritrovarla sarà un pescatore la mattina successiva.

Gesto estremo - Un suicidio quantomeno strano e singolare. Il ponte è sospeso a un’altezza di 70 metri, sotto vi scorrono le acque del Bosforo. Non è detto che una persona cadendo da una simile altezza possa effettivamente morire. Perché dunque Giulia avrebbe scelto proprio quel luogo per compiere un gesto estremo? Alcuni sostengono che la giovane fosse già stata in Turchia in passato. Perché vi è ritornata? Doveva incontrare qualcuno? E perché non aveva parlato a nessuno di questo viaggio? Mentre la polizia turca prosegue le indagini, non va scartata l’ipotesi che Giulia potesse anche non essere sola quella sera sul ponte.

I colleghi – Intanto, nei corridoi della clinica Hildebrand di Brissago, dove Giulia lavorava da tempo come fisioterapista, si respira aria di costernazione. I suoi colleghi si pongono mille domande. Nessuno però sembra in grado di dare una spiegazione all’accaduto. “Per rispetto della famiglia – spiega uno dei responsabili della struttura – preferiamo non rilasciare dichiarazioni. Il nostro team è molto scosso e addolorato”.  

PM

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