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Attenzione ai guardrail "ghigliottina"

Per Antonello Laveglia, portavoce dell'Ufficio federale delle strade, una soluzione ci sarebbe, ma: "Quello che non è possibile è sostituirli tutti. Costa troppo".
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Attenzione ai guardrail "ghigliottina"
Per Antonello Laveglia, portavoce dell'Ufficio federale delle strade, una soluzione ci sarebbe, ma: "Quello che non è possibile è sostituirli tutti. Costa troppo".
LUGANO -  Era prevedibile. Con l'arrivo della bella stagione le strade si sono popolate di veicoli a due ruote. Il centauro ha finalmente potuto rispolverare il proprio casco e salutare, indice e medio, i propri "colleghi"  m...

LUGANO -  Era prevedibile. Con l'arrivo della bella stagione le strade si sono popolate di veicoli a due ruote. Il centauro ha finalmente potuto rispolverare il proprio casco e salutare, indice e medio, i propri "colleghi"  motociclisti.

Una passione, quella per le moto, che in Ticino negli ultimi mesi è costata già diversi incidenti, alcuni anche gravi. Tutta quella tematica sugli standard di sicurezza ritorna dunque d’attualità e non passano inosservati quei guardrail, definiti “ghigliottina”, pericolosi per il motociclista in caso di caduta.

Bulloni sporgenti, spazi tra una sbarra di ferro e un’altra tali da permettere al motociclista che cade di finirci in mezzo, spigoli e rialzi in cemento (come si può vedere dalle foto). Sono tutti elementi architettonici che possono costare la vita anche al motociclista più accorto.

Eppure, come conferma Antonello Laveglia, portavoce dell’Ufficio federale delle strade, una soluzione ci sarebbe:
" Esistono per i guardrail diverse possibilità a seconda del punto in cui vengono installati. Si pensi solo che alcuni devono essere in grado di trattenere il peso di un autocarro. Per quello che riguarda le moto esistono dei modelli di guardrail più indicati, con un parte in metallo più bassa che evita quello spazio pericoloso nel momento in cui il motociclista cade e rischia di finire incastrato tra il suolo e la prima barra metallica"

Ma dove sono posizionati? Perché sull'A2 in realtà lo scenario è completamente diverso.
"Non vengono utilizzati dappertutto. Viene fatta un'analisi per ognuno dei progetti di rinnovamento che abbiamo sulle varie tratte stradali. Si rileva il tasso di incidenti sui ogni punto, si definiscono i "punti neri" ed eventualmente  si va a modificare quelli".

In sostanza se prima non c'è l'incidente non si fa nulla.
"Se è un punto riconosciuto come "punto nero", in quel caso, nell'ambito di un'opera di rinnovamento, si va a sostituire il guardrail con quelli più adatti, altrimenti si opera solo su indicazione, ad esempio della Polizia".

Sul tratto di autostrada a2 gli esempi sono molteplici. Dal piccolo "rialzo" in cemento, alle viti e bulloni sporgenti, per non parlare dell'assenza di barriere in grado di evitare che il motociclista finisca incastrato sotto il guardrail.

"Le autostrade rappresentano un caso particolare. Sono praticamente dritte e non sono il tratto stradale più pericoloso per i motociclisti. Tuttavia l'Ufficio delle Strade è responsabile anche di alcuni passi. In quei punti queste problematiche sono prese in considerazione più da vicino".

Sarebbe vero questo se non si considerassero i cantieri e le pericolose code che si formano ultimamente sull'A2. Una frenata improvvisa o un rallentamento possono essere molto pericolose.
"È vero. Effettivamente questa problematica la si conosce. L'intenzione di migliorare o di sostituire, là dove possibile, i guardrail che sono pericolosi per i motociclisti c'è. Quello che non è possibile è sostituirli tutti. Costa troppo. Questo genere di ragionamento quindi viene integrato nei risanamenti".

È previsto un piano di risanamento mirato?
"Il principio è che ci si trova un'infrastruttura che in alcuni punti è ancora vecchia e quindi con guardrail pericolosi. L'idea sarebbe quella di sostituirli. Il tempo che prende un'operazione del genere è comunque molto lungo perché lo si fa integrandola in un progetto già esistente”.

Soluzioni?
"L'Ufficio delle Strade sta curando anche una statistica sugli incidente delle strade cosa della quale fino a quest'anno si era occupato l'Ufficio Federale di Statistica. Si tratta di un nuovo sistema con il quale si possono prendere in considerazione anche altri dati riguardanti gli incidenti, come ad esempio il loro posizionamento geografico. Sarà più facilmente possibile analizzare i punti neri e, nel limite del possibile, intervenire per correggerli".

Davide Milo

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