SCuDO rovente

Braccio di ferro tra il sindacato Vpod e i vertici del SCuDO, Servizio assistenza e cure a domicilio del Luganese a causa del licenziamento della capoéquipe zona 4
LUGANO - Il clima che si respira allo SCuDo, il Servizio assistenza e cure a domicilio del Luganese, è rovente. Da una parte il sindacato VPOD e dall'altra la direzione dello SCuDO. La vertenza riguarda il recente licenziamento della capoéquipe zona 4, licenziata dopo 22 anni nel servizio aiuto domiciliare a Lugano.
Nei giorni scorsi il VPOD ha convocato il personale per un'assemblea dalla quale ne è scaturita una risoluzione in cui ci si oppone al licenziamento della donna, considerato ingiustificato.
All'assemblea sono stati convocati una ottantina di lavoratori che hanno ritenuto la decisione dei vertici di SCuDo "incompatibile con la gentione di un servizio sociosanitario di interesse pubblico". Inoltre il licenziamento sarebbe avvenuto senza colloquio preliminare tra il comitato SCuDo e l'interessata. Addirittura la signora sarebbe stata "obbligata a lasciare il posto di lavoro entro tre ore".
La vertenza sembra insanabile anche perché se da una parte il VPOD chiede il reintegro della dipendente come responsabile della sua équipe, "allo scopo di ristabilire il clima di fiducia tra la direzione e il personale", dall'altra i vertici di SCuDo non vogliono sentire parlare di licenziamento ingiustificato. "La nostra decisione è giustificata - ci ha spiegato il presidente del SCuDo - Lunedì avremo un incontro con l'avvocato della diretta interessata e quindi, fino a quella data, non possiamo esprimerci su questa vertenza. In tutti i casi, a dipendenza come andrà l'incontro, non è detto che vengano rese note le motivazioni. E tutto cadrà come un castello di carta". Nonostante Macchi non sia andato nel dettaglio, è sicuro della fondatezza della decisione presa: "Siamo una società pubblica, con sette membri di comitato di cui uno rappresenta il Cantone, due gli enti d'appoggio come per esempio Pro Senectute e quattro rappresentanti del Comune. Vorrei far notare che la decisione è stata presa all'unanimità.
Il licenziamento non sarebbe arrivato come un fulmine a ciel sereno: "Le tensioni si trascinavano già da due, tre anni - ha concluso Macchi - Fino a quando siamo arrivati al momento delle decisioni. In tutti i casi la decisione riguarda unicamente l'operato della persona in questione."
p.d'a.
Foto d'apertura: Archivio Tipress




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