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TICINOFalsi contratti di lavoro in Italia, "Nessuna minaccia per il Ticino"

02.08.10 - 15:34
Per il Capo Sezione dell'Ufficio Immigrazione Attilio Cometta: "Un fenomeno che non rischia di intaccare il nostro mercato del lavoro"
Ti-Press
Falsi contratti di lavoro in Italia, "Nessuna minaccia per il Ticino"
Per il Capo Sezione dell'Ufficio Immigrazione Attilio Cometta: "Un fenomeno che non rischia di intaccare il nostro mercato del lavoro"

LUGANO - È d'attualità la notizia giunta da oltre confine di alcuni imprenditori della provincia di Varese operanti nel settore della vendita di falsi contratti di lavoro per i clandestini che, previo pagamento di denaro (circa 6000 euro), cercano in tal modo di ottenere la sanatoria della loro posizione su territorio nazionale.

Un fatto, quello della mercificazione dei contratti di lavoro, non nuovo e preoccupante per la penisola, che non rischia di intaccare il mercato del lavoro ticinese limitrofo, almento secondo il Capo Sezione dell'Ufficio Immigrazione Attilio Cometta.
"Il fatto di avere un permesso di lavoro in Italia non è un presupposto per accedere con maggior facilità al mercato del lavoro ticinese. Per certi tipi di permesso il fatto di avere una attività legale i Italia è un requisito necessario, ma sono molto pochi. Dipende poi se il richiedente fa parte di un Paese Stato Terzo o Comunitario.  Le tipologie per avere il permesso sono veramente poche e non si può comunque parlare di fenomeno".

Quali sono queste tipologie?
"Un esempio è quello delle badanti che se vogliono venire a lavorare qui devono dimostrare di aver lavorato tre anni in Italia come badanti presso la stessa persona. In questo caso però non solo è difficile che ci sia un mercato di contratti falsi, ma non è nemmeno un fenomeno diffuso, noi lasciamo massimo una decina di permessi l'anno. In linea di massima non diamo permessi per gli stati Terzi perchè ci sono già tante richieste dai comunitari".

Esistono delle eccezioni?
Un'eccezione può essere quella degli operai distaccati, che lavorano presso una ditta italiana con un contratto in Italia, vengono in Ticino per un servizio, ma senza domiciliarvi. I comunitari non hanno bisogno di questi escamotage. Sugli stati Terzi si è restrittivi salvo categorie altamente specializzate, vedi ingenieri, medici, infermieri o professori".

Foto Ti-Press

Davide Milo

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