Ticino
‘NDRANGHETA: Sequestrati in Ticino 15 miliardi dei Clan legati a Franco Coco
La Guardia di Finanza di Milano ha arrestato le “lavatrici” del denaro sporco delle organizzazioni criminose operanti nel Nord Italia. L’Operazione “Terremoto” è figlia del “Ticinogate”. Emessi questa mattina gli Ordini di Custodia cautelare in carcere per l’Avvocato Moretti di Vacallo e per il varesino Giorgio Pozzi
‘NDRANGHETA: Sequestrati in Ticino 15 miliardi dei Clan legati a Franco Coco
La Guardia di Finanza di Milano ha arrestato le “lavatrici” del denaro sporco delle organizzazioni criminose operanti nel Nord Italia. L’Operazione “Terremoto” è figlia del “Ticinogate”. Emessi questa mattina gli Ordini di Custodia cautelare in carcere per l’Avvocato Moretti di Vacallo e per il varesino Giorgio Pozzi
COMO -
Clamorosa operazione quella portata a termine questa mattina dagli uomini del G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Milano che sono riusciti a risalire alla “lavatrice” del denaro sporco provento delle attività crimin...
COMO - Clamorosa operazione quella portata a termine questa mattina dagli uomini del G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Milano che sono riusciti a risalire alla “lavatrice” del denaro sporco provento delle attività criminose di alcuni dei più pericolosi clan della ‘ndrangheta operanti nel Nord Italia e storicamente legati al boss Franco Coco Trovato di Marcedusa, trapiantato dal 1965 a Lecco, e ai suoi “fiduciari” che avevano basi operative (in gergo: “locali”) anche nel Comasco. Questa mattina le Fiamme Gialle hanno blindato Giovanni Pozzi, 51 anni, nato ad Azzate ma residente a Brunello (Varese) e considerato colui che aveva il compito di riciclare in Italia proprio i soldi che le organizzazioni criminali realizzavano con le loro attività illecite non solo nel Milanese ma anche in alcune aree del Piemonte. L’inchiesta (in codice “Operazione Terremoto”) è stata coordinata dal Sostituto Agostino Abate della Procura di Varese ed è “figlia” del Ticinogate, lo scandalo che un anno fa portò all’arresto anche dell’allora Presidente del Tribunale Penale di Lugano Franco Verda per i suoi rapporti con il boss del contrabbando Gerardo Cuomo. Secondo gli inquirenti Pozzi era il punto di contatto in Italia dell’Avvocato Franco Paolo Moretti, classe ’40, ticinese di adozione, ma originario di Reggio Calabria, e rinchiuso in un carcere della Svizzera dall’agosto del 2000 con le pesanti accuse di corruzione, truffa ed estorsione. L’Operazione “Terremoto” è nata proprio da una rogatoria inoltrata ad inizio di quest’anno dalle Autorità Giudiziarie elvetiche per ricostruire gli ingenti flussi finanziari e i contatti in Italia di Moretti, accusato di avere “grande influenza” sul rilascio dei permessi di soggiorno in Svizzera anche a personaggi malavitosi. Su tutti Gerardo Cuomo e Francesco Prudentino. Permessi facili a favore di questi due emersi proprio nel corso delle indagini sul “Ticinogate”. A Moretti in quell’occasione furono sequestrati 11.949.160 franchi svizzeri pari a circa 15 miliardi di lire, somma custodita in un vero e proprio caveau ricavato all’interno del suo studio professionale situato a Vacallo (Ticino), a due passi dal confine comasco, nella zona di Maslianico. Moretti non fu in grado di giustificare il possesso dell’ingente somma cercando di accreditare l’ipotesi che il denaro fosse il frutto di una grossa evasione fiscale perpetrata in Italia. Giustificazione in “odor di balla” cui gli investigatori ticinesi non credettero avviando approfondite indagini. Anche perché in casa di Morette furono trovate alcune macchinette “contasoldi” tipiche delle banche più che degli studi legali. Gli accertamenti portarono, così, ad individuare i legami che Moretti aveva in Italia con personaggi strettamente legati alla criminalità organizzata calabrese e siciliana. Giorgio Pozzi, fiduciario di Moretti ed intestatario di vari conti correnti accesi presso istituti di credito ticinesi e sui quali confluivano ingenti flussi di denaro, aveva il compito, secondo l’indagine condotta dal G.I.C.O. di Milano, di curare il trasporto in auto dall’Italia alla Svizzera il denaro che nascondeva in doppi fondi, al ritmo di almeno mezzo miliardo ogni settimana, passando da valichi secondari, non ultimo quello di Maslianico. Lo stesso metodo riscontrato dai Finanzieri anche per il contrabbando di sigarette negli anni scorsi. Stando a quanto emerso dalla documentazione nelle mani del Sostituto Abate, Moretti e Pozzi avrebbero “lavato” non meno di 76 miliardi di lire dal ’93 ad oggi (un paio di anni dopo che l’Antimafia di Milano assestò un durissimo – ma non letale – colpo alla ‘ndrangheta riconducibile a Franco Coco) dei quali almeno 19 per conto del clan siciliano dei Caruana trapiantato in Sud America per il controllo dei traffici di droga, e altri 57 per conto dei clan calabresi Papalia e Sergi storicamente alleati a quello dei Coco. Due gruppi della Locride emersi nell’indagine del ’93 “Sud-Nord” diretta dal Dr. Nobili della Procura di Milano e che portò all’arresto di 220 esponenti della ‘ndrangheta operanti in Lombardia. Va anche detto che l’Avvocato Moretti è stato padrino al battesimo della figlia del boss Francesco Sergi, attualmente detenuto nelle patrie galere di Cuneo con il regime cosiddetto del “carcere duro” per traffico internazionale di stupefacenti. E c’è di più a confermare le tesi accusatorie. Vi sarebbero anche le dichiarazioni di un superpentito: Saverio Morabito, uno dei collaboratori di giustizia di punta nelle principali inchieste che colpirono la malavita organizzata nella Regio Insubria: dall’inchiesta madre "Wall-Strett" che interessò il Lecchese alle varie “Fiori di San Vito” nel Comasco, dalle “Isola Felice 1-2” nel Varesotto fino alla “Count-Down” nel Milanese, inchiesta quest’ultima che permise agli inquirenti di far luce sull’omicidio di Roberto Cutolo (figlio di Don Raffè, il “padre” della Camorra napoletana) e morto ammazzato a bordo della sua Golf bianca all’esterno di un bar di Abbiate Guazzone, nel Tradatese (Va) su ordine preciso di Coco per uno scambio di “favori”: ottenne, infatti, l’uccisione a San Giuseppe Vesuviano (Napoli) del suo rivale di sempre, Salvatore Batti, decretando la fine di quella guerra di mafia che nella seconda metà degli Anni ’80 ha mietuto decine di morti nell’Hinterland Milanese: fine di una guerra suggellata con il triplice omicidio a San Giovanni Rotondo dei tre pregiudicati pugliesi incaricati da Batti di far fuori Coco all’uscita da un barbiere di via Roma a Bresso (Milano): in quell’occasione morirono due innocenti che stavano lasciando l’attiguo bar dopo l'aperitivo del mezzogiorno. Coco si salvò e la sua vendetta fu tremenda. Tornando all’Operazione “Terremoto”: secondo gli inquirenti parte del denaro sporco finito in Ticino veniva riciclato in dollari statunitensi e successivamente inviato ai clan referenti in Sud America. Compito questo attribuito all’avvocato Moretti che in qualche caso partiva direttamente da Vacallo con valige ricolme di soldi che portava in Venezuela dove venivano consegnati alla cosca di Alfonso Caruana, considerato uno dei più grandi trafficanti mondiali di droga e attualmente detenuto in Canada. Non a caso nell’ambito di un’altra indagine condotta dalla Procura di Torino, che portò al sequestro nel ’93 in Piemonte di ben 5 tonnellate di cocaina, l’Avvocato Moretti era stato indicato da un altro “pentito” come il referente svizzero dell’organizzazione di Alfonso Caruana. E oggi, finalmente, il Sostituto Procuratore Abate di Varese ha chiuso il cerchio (definitivamente???) ottenendo dal Giudice dell’Indagine Preliminare, D’Agostino, l’Ordinanza di Custodia Cautelare nei confronti di Pozzi e di Moretti, oltre che il sequestro dei 15 miliardi trovati nei forzieri dell’avvocato di Vacallo. Per questa somma la Procura varesina è intenzionata a chiedere, attraverso rogita, il rimpatrio in Italia.
di Bob Decker
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