SVIZZERA / TICINO
INAS CISL, da 50 anni una mano tesa ai migranti in Svizzera
L'INAS CISL, patronato di assistenza sociale promosso dal sindacato Cisl celebra i suoi 50 anni in Svizzera. E per celebrare degnamente questo anniversario domani all'Hotel de La Paix di Lugano si terrà un convegno intitolato "Mobilità in Europa: quali sviluppi in campo previdenziale e sanitario?" Ad aprire i lavori sarà Giuseppe Marranchelli, coordinatore Nazionale INAS Svizzera. La relazione sarà tenuta dal dottor Leonardo Cuzzocra, esperto di sicurezza sociale internazionale". Inoltre interverranno il se

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INAS CISL, da 50 anni una mano tesa ai migranti in Svizzera
L'INAS CISL, patronato di assistenza sociale promosso dal sindacato Cisl celebra i suoi 50 anni in Svizzera. E per celebrare degnamente questo anniversario domani all'Hotel de La Paix di Lugano si terrà un convegno intitolato "Mobilità in Europa: quali sviluppi in campo previdenziale e sanitario?" Ad aprire i lavori sarà Giuseppe Marranchelli, coordinatore Nazionale INAS Svizzera. La relazione sarà tenuta dal dottor Leonardo Cuzzocra, esperto di sicurezza sociale internazionale". Inoltre interverranno il se
LUGANO - Cento le sedi nel Mondo e più di 700 in Italia. In Svizzera è presente praticamente in tutte le zone del Paese e rappresenta un aiuto prezioso nel disbrigo di pratiche di natura previdenziale ed assistenziale per molti lavoratori. Son...
LUGANO - Cento le sedi nel Mondo e più di 700 in Italia. In Svizzera è presente praticamente in tutte le zone del Paese e rappresenta un aiuto prezioso nel disbrigo di pratiche di natura previdenziale ed assistenziale per molti lavoratori. Sono 3000 le pratiche aperte a Mendrisio (sede principale in Ticino), 5000 in tutto il canten e 2700 nei Grigioni. Stiamo parlando della INAS, patronato della CISL finanziato dal Ministero del Lavoro italiano.
I 50 anni dell'INAS in Svizzera
Nella storia dell'immigrazione italiana in Svizzera, cominciata nei primi anni del dopoguerra, per i lavoratori trovare una base d'appoggio e un'ancora di sostegno non è sempre stato facile. Da 50 anni, per tutti quegli immigrati che per necessità di lavoro hanno trovato un approdo in Svizzera, nella INAS CISL, trovano un patronato pronto ad occuparsi di assistenza per pratiche previdenziali, sia italiane che svizzere e per risolvere problemi legati all'assitenza e alla previdenza in generale. "L'iniziativa parte da lontano" ha spiegato Gianluca Lodetti, responsabile del Coordinamento Sedi Estere e politiche Internazionali INAS Cisl presente oggi alla sede dell'OCST di via Balestra a Lugano, "l'INAS celebra il 20esimo anniversario in Ticino, e il 10° anno nei Grigioni".
Le sfide dell'INAS CISL nell'Europa di domani
E sul compito e le sfide future dell'attività sindacale nell'Europa odierna Antonino Sorgi, presidente dell'INAS italiana, ha sottolineato l'importanza della tutela dei lavoratori in un mondo ormai globalizzato e un'Europa dove non sono soltanto più gli operai a migrare, ma sono anche le grandi intelligenze: "L'INAS deve trovare nuove risposte in un continente, il nostro, dove è nata la democrazia e dove, nell'Europa di oggi, vi è una grande richiesta di democrazia. Democrazia che ha bisogno di innovarsi e in questo contesto l'INAS si presuppone di far fronte alle nuove esigenze affermando i grandi valori di tutela e del lavoro per allargare ai nuovi bisogni". E' questo il senso della celebrazione dei 40 anni di INAS in Svizzera e cioé riaffermare i grandi valori democratici attraverso il sostegno ai lavoratori.
I rapporti tra INAS e OCST, la gratitudine di Meinrado Robbiani
Gli stretti rapporti che legano il sindacato OCST con l'INAS CISL, accomunati dalla matrice d'ispirazione cristiano-sociale, hanno permesso un'attività in ambito di assitenza ai lavoratori e sindacale ritenuta molto soddisfacente.
Meinrado Robbiani, presente nel salone, ha infatto evidenziato l'importanza dell'INAS in Ticino e della preziosa collaborazione istauratasi nel corso degli anni anche in Ticino: "Siamo riconoscenti - ha detto il consigliere Nazionale del PPD e segretario della Svizzera italiana dell'OCST. "Insieme siamo riusciti a mettere in campo un'istituzione comune che in Ticino si rivolge ai lavoratori frontalieri". E proprio sui lavoratori frontalieri e i rapporti delicatissimi venutasi a creare con l'apertura delle frontiere, Meinrado Robbiani ha ricordato le ricadute per l'economia ticinese della presenza di 40000 lavoratori frontalieri su 170mila persone attive nel nostro cantone. "Il Ticino è diventato attrattivo perché approdo di ubicazione di ditte svizzere tedesche (v. es.Swatch, ndr) che beneficiano di una reperibilità da oltre frontiera di manodopera a buon mercato. "E' vero che si tratta comunque di realtà industriali a basso valore aggiunto, elemento questo che ha contribuito a mantenere bassi i livelli di crescita salariale rispetto ad altre zone della Svizzera. Il nostro compito è quello di trovare in futuro risposte ai rischi di un'esplosione del lavoro interinale, in un una realtà dove stanno succedendosi grandi trasformazioni nel rapporto di forze all'interno del mercato di lavoro".
Il lavoratore frontaliere in Ticino, la flessibilità e i pericoli della precarietà
Il tasto delicatissimo che riguarda i rapporti e le tutele dei lavoratori frontalieri in Ticino per rapporto all'esistenza e al ricorso di manodopera interinale, è affrontato dall'INAS. Infatti l'INAS denuncia una flessibilizzazione del lavoro al quale sono sottoposti molti lavoratori frontalieri, che li pone in una posizione svantaggiata rispetto ai loro colleghi indigeni. Il problema più grande risiede nel fatto che se un lavoratore frontaliere viene licenziato non ha diritto a quegli ammortizzatori sociali che sono presenti in Svizzera. Infatti, se un lavoratore indigeno viene licenziato, ha diritto all'80% dell'indennità di disoccupazione, mentre per il lavoratore frontaliero, l'INPS (Istituto Nazionale Previdenza Sociale corrispondente alla AVS), eroga soltanto un indennizzo del 50% della busta paga e per un anno. Questa situazione, che è stata regolata attraverso accordi tra i due Paesi, è garantita grazie al ristorno dei fondi provenienti dalla Svizzera. Ma... C'è un ma, perché questa convenzione verrà a cadere a partire dal 2009. Data che si avvicina e preoccupa molto l'INAS in un contesto, quella della flessibilità che, come ha spiegato infine Antonino Sorgi presidente dell'INAS, sta per essere ripensata negli Stati Uniti: "Negli USA si è assistito a un fenonemo interessante; si è capito che se la flessibilità serve per accompagnare nel mondo del lavoro una persona questo strumento è utile, ma se la flessibilità diventa precarietà, sia per il lavoratore, sia per l'azienda questa porta a problemi. Infatti si è constatato che l'eccessiva precarizzazione porta alla mancanza di fidelizzazione nei confronti della ditta nella quale il lavoratore è confrontato, alla mancanza di motivazione e alla mancanza di professionalità".
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