10 miliardi di lire nascosti a Lugano

Si tratta di una clamorosa svolta dell´inchiesta della procura della Repubblica di Crema e della Guardia di finanza che vede indagate per truffa 28 persone e che riguarda l´ammanco, per circa 84 miliardi di lire riscontrato nella Bcc di Pianengo nel novembre 2001.
È stato accertato che almeno dieci di quegli 84 miliardi sono finiti in Svizzera. Ed è anche stato accertato che Zaghen, morto nel frattempo in un incidente stradale, aveva creato in un lungo periodo di tempo una sorta di banca parallela all´interno dell´Istituto che dirigeva. Il funzionario raccoglieva soldi dai clienti, per la maggior parte risparmi nascosti al fisco, e promettendo tassi superiori a quelli di mercato investiva il denaro su piazze straniere.
Tutto filò liscio fino all´11 settembre 2001. L´attacco alle Torri gemelle e il successivo crollo delle borse portò alla bancarotta anche il direttore. Alcuni dei 270 clienti che gli avevano consegnato i soldi, in molti casi senza ricevere neppure una ricevuta, gli chiesero di essere liquidati. Di fronte all´impossibilità di Zaghen a soddisfare la richiesta, scattò la denuncia.
Fin dal primo momento si parlò di un tesoro nascosto prima in Brasile, poi in Svizzera. Ora è giunta la conferma ufficiale. La Procura cremasca ha appurato anche che i soldi raccolti dalla clientela servivano a finanziare attività imprenditoriali: insomma, secondo l´accusa, il direttore aveva creato una sua banca personale all´interno della banca.
ATS




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