Si deciderà il prossimo 9 febbraio: ecco le condizioni
COIRA - Il 9 febbraio la popolazione del Comune di Domat/Ems deciderà se introdurre il diritto di voto e di eleggibilità agli stranieri. Nei Grigioni finora 34 comuni su 100 conoscono già questa pratica.
Nel Comune di Domat/Ems vivono attualmente 878 persone maggiorenni con un permesso di domicilio. Ai cittadini italiani, tedeschi e portoghesi questo documento viene rilasciato se per cinque anni vivono senza interruzioni nel comune. Per persone provenienti da altri paesi servono dieci anni. Se domenica la popolazione di Domat/Ems decidesse di introdurre il diritto di voto e di eleggibilità agli stranieri, il numero di votanti passerebbe dagli attuali 5'080 a 5'958. Un aumento del 15%, si legge nel messaggio del Comune. Il municipio non ha dato una raccomandazione di voto, ma i fronti sono schierati.
PS favorevole, UDC contraria - Nel Parlamento comunale l'unico gruppo ad essere favorevole all'unanimità è stato quello socialista. «Chi paga le tasse, non deve solo avere gli stessi obblighi, ma anche gli stessi diritti nel Comune», ha detto la consigliera comunale del PS, Hanna Schäublin, a Keystone-ATS. Su un volantino il partito ha elencato i vari motivi per il «sì», fra questi le difficoltà amministrative e finanziarie legate alla naturalizzazione o l'importanza dei cittadini stranieri per le associazioni locali, l'economia e la vita sociale. In vista del 9 febbraio, il partito socialista spera che la popolazione di Domat/Ems si dimostri progressista e segua l'esempio di altri comuni grigionesi, che già hanno introdotto con successo il diritto di voto per gli altri stranieri.
Di tutt'altra veduta il consigliere comunale e presidente della sezione locale dell'UDC, Ronny Krättli. Secondo lui in un comune così densamente popolato come Domat/Ems, con oltre 8'200 abitanti e una quota di stranieri del 25,7%, una buona integrazione è essenziale. «Per noi è importante, che coloro che decidono come viviamo e sono coinvolti politicamente, capiscano la nostra cultura, i nostri valori e le nostre tradizioni e parlino la nostra lingua», ha continuato Krättli. Il democentrista sottolinea che le argomentazioni del suo partito non sono contro gli stranieri, ma mirano a un'integrazione di successo. Per questo la via della naturalizzazione rimane quella migliore.
34 Comuni nel Canton Grigioni - Nel Canton Grigioni sono 34 su 100 i Comuni che finora hanno concesso il diritto di voto per temi locali agli stranieri, ha confermato l'Ufficio dei comuni a Keystone-ATS. Il primo è stato quello di Conters in Prettigovia nel 2002. L'ultimo invece è quello di Urmein sopra Thusis, con l'approvazione della revisione della costituzione comunale lo scorso dicembre.
Con oltre 4'500 abitanti il Comune di Scuol è quello più popolato ad aver introdotto il diritto di voto per gli stranieri. Se domenica la votazione a Domat/Ems venisse accettata, sarebbe con oltre 8'200 abitanti il comune retico più grande a riconoscere agli stranieri il diritto di andare alle urne per oggetti locali.
Nel 2023 il Gran Consiglio grigionese, in linea con la posizione del Governo, aveva bocciato la proposta di introdurre il diritto di voto e elezione per gli stranieri a livello cantonale. La mozione era stata inoltrata dal Partito dei Verdi liberali, dai Verdi e dai socialisti.
Un unico esempio nel Grigioni italiano - L'unico comune nel Grigioni italiano è quello di Bregaglia, che ha introdotto questa norma con l'aggregazione comunale nel 2010. «Allora non ci sono state discussioni», ha detto il sindaco di Bregaglia, Fernando Giovanoli, a Keystone-ATS. «Era un momento in cui eravamo uniti, volevamo andare verso il futuro ed essere innovativi», ha continuato il politico indipendente.
Attualmente sono 77 le persone con il permesso C che possono votare ed essere eletti in Bregaglia. Su una popolazione votante di 1'208 abitanti, poco più del 6%. Una proporzione bassa secondo Giovanoli, che ha favorito la votazione nel 2010. «Il diritto di voto ed eleggibilità può aiutare ad ampliare il bacino di persone che possono diventare attive nelle cariche pubbliche», ha spiegato il sindaco. Attualmente due persone domiciliate, senza il passaporto svizzero, fanno parte di due commissioni comunali.
A 15 anni di distanza Giovanoli ribadisce che la decisione presa è stata quella giusta. «È anche un modo per essere attrattivi per chi viene da fuori e può diventare attivo nel comune», ha sottolineato Giovanoli.