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SVIZZERAIniziative e referendum: «La raccolta firme va digitalizzata»

11.12.24 - 10:08
Il tema è molto caldo dopo che lo scorso settembre sulla stampa sono emersi possibili casi di frodi.
TiPress
Fonte ATS
Iniziative e referendum: «La raccolta firme va digitalizzata»
Il tema è molto caldo dopo che lo scorso settembre sulla stampa sono emersi possibili casi di frodi.

BERNA - La raccolta di firme per le iniziative e i referendum dovrà svolgersi in futuro tramite canali digitali. È l'opinione del Consiglio degli Stati, che oggi ha approvato per 20 voti a 15 (tre astenuti) una mozione di Benjamin Mühlemann (PLR/GL) con cui il governo è incaricato di creare le basi legali e introdurre i necessari strumenti tecnologici. L'oggetto passa sui banchi del Consiglio nazionale.

Il tema è molto caldo dopo che lo scorso settembre sulla stampa sono emersi possibili casi di frodi nella raccolta firme a pagamento. Il sospetto è che società commerciali che si occupano di svolgere questo compito abbiano imbrogliato, falsificando delle sottoscrizioni. La vicenda, sulla quale sta indagando il Ministero pubblico della Confederazione (MPC), aveva sollevato un vero e proprio polverone.

Secondo Mühlemann, il sistema attuale è obsoleto, inefficiente, soggetto a errori e consente abusi. Il timore che la riuscita di alcune iniziative possa essere stata raggiunta in modo fraudolento mette a rischio la democrazia, ha detto in aula il "senatore" liberale-radicale.

Non solo per motivi di sicurezza, ma anche per ragioni di efficienza, è quindi opportuno "traghettare questo strumento nell'era digitale", ha continuato il glaronese. In particolare, la registrazione, il controllo e il conteggio delle sottoscrizioni risulteranno così decisamente semplificati, ha motivato. Il carico di lavoro per le amministrazioni comunali e le autorità federali dovrebbe inoltre diminuire sensibilmente.

"Anche il Consiglio federale è favorevole all'introduzione della digitalizzazione nella raccolta firme", ha ribadito in aula il cancelliere Viktor Rossi. Tuttavia, l'esecutivo ritiene che non sia ancora il momento per una rivoluzione e pertanto ha raccomandato di bocciare la mozione.

Lo scorso novembre, il governo ha deciso di commissionare un progetto preliminare volto a gettare le basi per prove pratiche circoscritte in questo ambito. L'intenzione è quindi quella di dapprima effettuare esperienze su scala limitata e, inoltre, i lavori si fondano sulla premessa di offrire un complemento, e non un sostituto, alla raccolta tradizionale su carta. La mozione consente poco margine di manovra per considerare tali aspetti, ha evidenziato, invano, Rossi.

Gli Stati hanno poi, tacitamente, accolto pure un'altra mozione, di Matthias Michel (PLR/ZG), con cui si chiede un progetto pilota che consenta di utilizzare la futura identità elettronica, prevista per il 2026, nel quadro della digitalizzazione della raccolta firme. Anche in questo caso, spetterà ora al Nazionale dire la sua.

L'ordine del giorno della Camera dei cantoni prevedeva anche una discussione su alcuni atti parlamentari che domandavano, in relazione al già citato scandalo, un divieto della raccolta di firme a pagamento e più trasparenza. Il dibattito è però stato rinviato, dato che i "senatori" hanno preferito rispedire in commissione le tre mozioni in questione per un esame approfondito.

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