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ITALIA / SVIZZERAFca prova a tirare avanti; il resto del mondo no

24.07.18 - 06:02
Ieri è stato il giorno del debutto del nuovo ceo e dell'addio infelice di un altro manager, ma gli occhi sono rimasti puntati su Zurigo, dove si attendono notizie di Marchionne
Fca prova a tirare avanti; il resto del mondo no
Ieri è stato il giorno del debutto del nuovo ceo e dell'addio infelice di un altro manager, ma gli occhi sono rimasti puntati su Zurigo, dove si attendono notizie di Marchionne

ZURIGO - In un altro momento, sarebbe sembrato un gesto onesto; la legittima obiezione di chi non ci sta, si sente sminuito, umiliato da una scelta che non lo riconosce.

Qualsiasi cosa pare un affronto alla memoria - Ma oggi, mentre Sergio Marchionne muore, in quell'ospedale di Zurigo che nemmeno ammette di ospitarlo, è quasi un affronto alla memoria. Del manager divenuto improvvisamente solo un uomo, in fin di vita eppure accusato senza pietà dai giornali di sinistra di aver svenduto la Fiat e calpestato i diritti dei lavoratori. Quello duro, inflessibile, facile a sfuriate, ma che alla fine si guadagnava stima e gli applausi degli operai, in visita alle fabbriche.  

L'altro addio, quello che indispone: Alfredo Altavilla - Fca non perde solo Marchionne; anche Alfredo Altavilla, da ieri, non è più in forze al gruppo. Responsabile per l'Europa, non ha gradito la nomina di Mike Manley a ceo, carica cui ambiva, e ha presentato le sue dimissioni per «perseguire altri interessi professionali». Ma il suo addio suona come una nota un po' stonata, in queste ore in cui si attende senza più sperare.

Titolo giù, poi su, poi giù: e oggi? - Raccoglie dissenso, anche se nasce da un'altra sofferenza: quella di vedersi sorpassato da chi non ci si aspettava, per decisione di un consiglio costretto a intervenire in fretta e furia, nel tentativo di attutire l'impatto sulle Borse della sorte di Sergio Marchionne - titolo giù del 4,3% al debutto in Piazza Affari, 3% a Wall Street.

Complicazioni fin dall'anestesia - Ricoverato all'Universitätsspital dalla fine di giugno, ufficialmente per un'operazione alla spalla, resta in terapia intensiva e in condizioni irreversibili, in seguito a complicazioni intervenute forse già «al momento dell'anestesia o subito dopo», scrive su La Repubblica Maurizio Crosetti. Il primo giornalista ad alludere a un possibile tumore, poi quasi a smentirlo, mentre Franzo Grande Stevens, avvocato degli Agnelli, non va per il sottile: l'hanno tradito, dice chiaro, le sue sigarette.

«Aggrediti i polmoni, tradito dalle sigarette» - Lo scrive sul Corriere della Sera, ricordando «l'amico di una vita». «Quando dalla tv di Londra appresi il giovedì sera che egli era stato ricoverato a Zurigo, pensai purtroppo che fosse in pericolo di vita. Perché conoscevo la sua incapacità di sottrarsi al fumo continuo delle sigarette. Tuttavia, quando seppi che era soltanto un «intervento alla spalla», sperai. Invece, come temevo, da Zurigo ebbi la conferma che i suoi polmoni erano stati aggrediti e capii che era vicino alla fine».

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