Dal cesareo mancato alla morte. Genitori accusano l'ospedale di negligenze

Una mamma e un papà raccontano il loro drammatico parto. Il bambino, con danni a molti organi, è deceduto il giorno dopo la nascita.
SION - Le hanno negato il cesareo, con la motivazione che poi sarebbe stato necessario per tutti gli eventuali parti successivi, hanno fatto nascere il bimbo usando la ventosa ostetrica, poi lo hanno portato via di corsa, trasferendolo in terapia intensiva e poi in un altro ospedale. Una ventenne racconta l'incubo vissuto a Sion.
Per i genitori ci sono state gravi negligenze - Il suo bambino non ce l'ha fatta ed è morto un giorno dopo la nascita. «Ci sono state gravi negligenze, non ci hanno dato ascolto», hanno raccontato al Blick lei e il padre del piccolo. Ancora non sanno se sporgere denuncia contro il nosocomio, che dal canto suo nega che ci siano stati errori da parte del personale.
Dal sangue al no al cesareo - Al piccolo, nato il 5 maggio e deceduto il 6, sono risultati fatali 22 minuti senza ossigeno. La madre ha rotto le acque il 4 maggio e dopo aver riposato in sala parto per un'oretta, si è svegliata col letto pieno di sangue. La ginecologa, dopo una ecografia, ha detto che tutto andava bene, ma, poiché il sanguinamento non si fermava, la partoriente ha chiesto per quattro volte di far nascere il bambino con un cesareo. Le è stato risposto, però, che se l'avessero ascoltata avrebbe poi dovuto ricorrere a una operazione per tutte le future nascite. Parlando col giornale, lei spiega che non le importava, che il suo unico desiderio era salvare il figlio. Non è stata accontentata, malgrado i battiti cardiaci del feto peggiorassero.
La tremenda diagnosi del medico - Alla fine, dopo una somministrazione di ossitocina per favorire un parto naturale, il bambino è stato aiutato a nascere con la ventosa ostetrica. Subito dopo, è partita una disperata corsa verso la terapia intensiva e poi, in elicottero, verso Losanna. I genitori, prima il papà e in seguito la mamma, lo hanno raggiunto e lo hanno visto «pieno di tubi e attaccato alle macchine». Era rimasto per 22 minuti senza ossigeno e il medico ha spiegato loro che aveva subito traumi multipli, che il cervello era compromesso, che lo stomaco era pieno di sangue e che tutti gli organi erano colpiti. Non rispondeva alle cure.
«Non mi hanno dato la cartella clinica» - Al padre è stata negata la cartella clinica: deve fare una richiesta ufficiale con un avvocato. I genitori, distrutti dal dolore e dalla stanchezza, non sanno ancora se ricorrere a una denuncia, ma accusano l'ospedale.
Per l'ospedale non ci sono stati errori - Interpellata, la struttura si difende. Pur porgendo le condoglianze di rito, infatti, scrive che »la nostra valutazione degli eventi, così come quella dell’Ospedale universitario di Losanna, differisce da quella dei genitori. Un’analisi preliminare non ha riscontrato errori da parte del nostro personale.»