Le Mebucaine di "qualità svizzera"? No, sono prodotte all'estero

Mentre chiude lo stabilimento di Prangins, Novartis abusa del marchio svizzero nelle sue pubblicità
BASILEA - Mentre si appresta a chiudere il suo stabilimento di Prangins (VD), il gruppo farmaceutico Novartis pubblicizza la "qualità svizzera" dei suoi farmaci, che non sono però più prodotti in patria, come riferisce il quotidiano "Le Matin".
"Autenticamente svizzera" - Una pubblicità per le pastiglie Mebucaine di Novartis è attualmente diffusa sugli schermi dalle reti televisive SSR. Una calda voce maschile le presenta come "una soluzione autenticamente svizzera" contro il mal di gola. Il prodotto, "di qualità svizzera", viene presentato con sullo sfondo il Cervino o, in alternativa, un pupazzo di neve che porta una cuffia dai colori rossocrociati.
Prodotte all'estero - Un dettaglio viene però tralasciato: questo medicamento "svizzero" non è più fabbricato in Svizzera, bensì in diverse fabbriche europee, come ha indicato l'azienda stessa. Fino alla fine degli anni '90 le Mebucaine erano ancora fabbricate in Svizzera, nello stabilimento oggi in chiusura di Prangins, dove si produce ancora il Mebucaspray ed il Mebucaliquid, due farmaci simili ma che hanno origine da un'altra formula.
Novartis non pubblica le cifre relative alle vendite delle Mebucaine, ma si sa, in seguito a numerosi studi, che il fatto di presentare un prodotto come svizzero ne aumenta le vendite dal 5% al 30%.
Cosa hanno di svizzero? - Quindi cosa resta di svizzero nelle Mebucaine? La formula originale? Forse, ma Novartis non rilascia indicazioni sull'argomento. Gli investimenti in ricerca e sviluppo? Forse, ma l'autorizzazione per le Mebucaine è stata rilasciata nel 1983 e non risulta che le pastiglie siano state sviluppate ulteriormente in seguito.
Nessuno può fare niente - Swissmedic ha visionato e autorizzato lo spot pubblicitario di Novartis. "Verificare se il prodotto si merita la qualifica di svizzero o meno non è di nostra competenza" spiega un responsabile della divisione controllo dei medicamenti. L'ufficio federale preposto si accontenta di applicare un'ordinanza del 2001, secondo la quale "la pubblicità deve presentare il medicamento in modo veritiero e senza esagerazioni".
Quindi se Swissmedic non può fare niente contro l'abuso delle referenze svizzere, chi può agire? Secondo la giurisprudenza del Tribunale cantonale del commercio di San Gallo, "la quota-parte di lavoro effettuato in Svizzera deve rappresentare almeno il 50% del prezzo di rivendita e il processo di fabbricazione deve avvenire essenzialmente in Svizzera".
Denunce penali - Ma queste disposizioni non si applicano alla pubblicità. "È un'incredibile lacuna della legislazione" sostiene Thomas Minder, direttore di Trybol, che dice di avere già segnalato a più riprese il problema, che però nessuno sembra intenzionato ad ovviare.
Data l'assenza della politica sul tema, Minder ha depositato 8 denunce penali contro delle società che "abusano del marchio svizzero". "Sarà più semplice risolvere il problema al Tribunale federale che attraverso la politica".
"Know-how svizzero" - Novartis, dal canto suo, ritiene che l'espressione "qualità svizzera" sia giustificata dal "know-how tecnico, che proviene dalla Svizzera".



