L'IA per combattere la sepsi

Colpisce circa 30'000 persone in Svizzera. L'esito è mortale nel 10-20% dei casi.
LOSANNA - La sepsi, una reazione inadeguata del sistema immunitario a un'infezione, è piuttosto sconosciuta. Eppure, ogni anno colpisce circa 30'000 persone in Svizzera. L'esito è mortale nel 10-20% dei casi. Al fine di migliorare la cura dei pazienti, il Centro ospedaliero universitario vodese (CHUV) ricorre all'intelligenza artificiale (IA).
Secondo gli studi, tra il 30 e il 50% dei pazienti che arrivano in ospedale con una sepsi vengono classificati come non urgenti, spiega all'agenzia Keystone-ATS il dottor Sylvain Meylan, medico associato al Servizio di malattie infettive del CHUV. Alcune persone possono aver avuto una sepsi senza che questo sia riportato nella loro cartella clinica. Ciò può avere gravi conseguenze. «Avere avuto una sepsi aumenta infatti il rischio di averne un'altra», sottolinea il dottor Meylan.
Al CHUV, in collaborazione con il team del professor Jean-Louis Raisaro e dello Swiss Data Science Center, si utilizza l'intelligenza artificiale per combatterla. È stato sviluppato un algoritmo basato sui dati di ex pazienti e sulle cure che hanno ricevuto durante la loro degenza in ospedale. Questo sistema di apprendimento sulla sepsi mira a ottimizzare le cure fornite ai pazienti che ne sono colpiti.
E i risultati sono promettenti. «L'IA migliora la gestione dei pazienti e abbiamo constatato un calo della mortalità», osserva Meylan. L'analisi ha riguardato 97'559 ricoveri nei reparti che utilizzano il sistema basato sull'IA. I risultati sono stati poi confrontati con 25'851 ricoveri che non hanno fatto ricorso all'IA. La fase successiva di questo lavoro sarà quella di sviluppare un sistema che aiuterebbe il personale sanitario a individuare precocemente la sepsi e ad affrontarla rapidamente, riducendo così il rischio di morte.
Risorse importanti - Lo sviluppo di uno strumento così evoluto, alimentato dai dati dei pazienti, non è però alla portata di tutti. Occorrono luoghi e strumenti adeguati. Gli ospedali universitari hanno questa capacità.
Al CHUV, gli sforzi si concentrano attualmente sui neonati. L'algoritmo è stato testato su casi precedenti. «Il tasso di previsione è soddisfacente», osserva il dottor Meylan. In futuro saranno condotti studi clinici per determinarne l'impatto. Un equivalente sarà sviluppato anche per i pazienti adulti.
I lavori condotti dal CHUV sulla sepsi e l'IA saranno inoltre oggetto di un articolo nella rivista "NPJ Digital Medicine". Il CHUV figura, insieme alla Clinica pediatrica universitaria di Zurigo e all'Inselspital di Berna, tra le istituzioni che partecipano al programma nazionale di lotta contro la sepsi. L'obiettivo è di migliorare la sensibilizzazione, la prevenzione e il trattamento in Svizzera.



