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NEUCHÂTEL

Donna data alle fiamme: mandante ed esecutore condannati per tentato femminicidio

All'ex compagno della vittima sono stati inflitti 18 anni di pena
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Fonte Ats
Donna data alle fiamme: mandante ed esecutore condannati per tentato femminicidio
All'ex compagno della vittima sono stati inflitti 18 anni di pena

NEUCHÂTEL - Il mandante e uno degli esecutori di un tentativo di femminicidio, con la vittima data alle fiamme nell'ottobre 2022 a Areuse (NE), sono stati condannati oggi per tentato assassinio a rispettivamente 17 e 14 anni di carcere. Tenuto conto anche di malversazioni la pena inflitta all'ex compagno della donna ammonta a 18 anni. I due portoghesi saranno inoltre espulsi dalla Svizzera per dieci anni.

«Si tratta di un crimine di una forza e crudeltà fuori dal comune», ha dichiarato alla lettura della sentenza il presidente del Tribunale criminale di Neuchâtel Bastien Sandoz. «L'atto è spregevole - ha aggiunto -, la vittima ha subito un terrore assoluto e sofferenze abominevoli»

Intenzione chiara - Secondo il giudice l'intenzione di uccidere era chiaramente presente nei due imputati: «Erano ben coscienti che agendo in tal modo avrebbero potuto provocare la morte (della donna). È stato un atto ben premeditato, costruito e preparato da lungo tempo».

Dando fuoco al volto della sua ex compagna, ha proseguito Sandoz, il mandante ha agito «con il desiderio di causare il maggior danno possibile». L'uomo sapeva anche che i figli della vittima erano affetti da una grave malattia e questo non gli ha impedito di volerli privare della madre. Il suo movente era egoistico e possessivo: «Sei mia o ti distruggo».

La vittima, una donna di 48 anni al momento dei fatti, era rimasta gravemente ustionata alla testa e alla parte superiore del corpo dopo essere stata aggredita e cosparsa di benzina da due uomini davanti alla sua abitazione ad Areuse. Uno dei figli, ancora minorenni, ha visto la madre bruciare viva e ha chiamato i soccorsi. La donna soffre ancora di numerosi postumi fisici e psichici.

Alla ricerca di complici - Non riuscendo a sopportare il fatto che la sua ex compagna avesse messo fine alla loro relazione e che intrattenesse nuovi rapporti intimi - si legge nell'atto d'accusa -, dalla fine del 2020, il portoghese di cinque anni più anziano, a cui il perito psichiatrico ha attestato segni di un disturbo narcisistico della personalità, l'aveva sorvegliata a più riprese per scoprire le sue abitudini, il modo in cui passava il tempo e le persone che frequentava. Aveva quindi tentato, senza successo, di assoldare dei complici perché le sparassero alle gambe, quindi aveva proposto ad altre persone - due connazionali - di cospargere la donna di benzina e darle fuoco in cambio di denaro.

Condanna anche per truffa - L'imputato principale è stato pure condannato per truffa, falsità in documenti e omissione della contabilità in relazione a prestiti Covid ottenuti quale amministratore di un ristorante che aveva aperto i battenti nel novembre 2019 e cessato l'attività nel giugno 2020. Il danno alla Fideiussione romanda ammontava a quasi 20'000 franchi. Ha inoltre deliberatamente ingannato il Servizio economico cantonale, che gli aveva pure versato 10'000 franchi nel 2021 come "caso di rigore" Covid anche se il ristorante aveva cessato l'attività e l'azienda era stata venduta.

Il Tribunale ha inflitto al mandante del femminicidio una pena leggermente più pesante di quella richiesta dal ministero pubblico. L'uomo, che si dice estraneo ai fatti e si ritiene vittima di un atto di vendetta, ha già deciso di presentare ricorso. La pena inflitta all'altro uomo, che ha ammesso di aver partecipato all'aggressione ma di non essere stato lui a dare alle fiamme la donna, corrisponde invece alla richiesta della procura. Anche lui si appellerà verosimilmente contro la condanna.

La vittima ha parlato in aula - Secondo il tribunale, l'imputato principale non ha messo in discussione le proprie azioni e il rischio di recidiva è elevato. Egli dovrà sottoporsi a un trattamento psichiatrico. Una volta scontata la pena sarà espulso dalla Svizzera, come il coimputato, per dieci anni. L'altro complice è stato condannato per tentato omicidio in Portogallo.

La vittima, che ha riportato ustioni sul 25% del corpo, ha avuto il coraggio di parlare in aula ieri nonostante i gravi postumi mentali e fisici. Il tribunale le ha riconosciuto un indennizzo di 70'000 franchi per torto morale. I due figli riceveranno 20'000 franchi ciascuno

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