Non più la sepoltura in una bara o la cremazione. In alcuni cantoni se ne parla.
BERNA - Da sempre c'è chi, dopo la morte, "preferisce" essere sepolto in una bara e chi, invece, chiede di essere cremato. Ora, in alcuni cantoni si sta discutendo di una nuova tecnica di sepoltura: l'umusazione, ovvero la decomposizione naturale nella terra.
La tecnica - A descrivere questa tecnica ci potrebbe anche essere chi obietta di trovarsi di fronte a una pratica al limite del macabro ma è ormai una realtà. In sostanza per consentire la decomposizione naturale di un corpo, questo viene posto su un letto di materia vegetale spesso 20 centimetri e ricoperto con due metri cubi dello stesso materiale. Legno, argilla, paglia, foglie morte e soprattutto l'acqua piovana faranno il loro lavoro e, pochi mesi dopo, tutta la carne sarà scomparsa. Eventuali parti innaturali (protesi, pacemaker, ecc.), vengono poi rimosse e le ossa del defunto vengono frantumate per essere ricollocate nel terreno. In un anno tutto ciò che rimane è terreno tipo compost, che può essere riutilizzato per rivitalizzare la terra.
Svizzera - Il Consiglio federale ha appena respinto una proposta in materia, presentata dal consigliere nazionale verde Christophe Clivaz. Si tratta infatti di una competenza cantonale e comunale, e non federale, come è stato detto. «È un peccato che ognuno debba fare da solo e lavorare nel proprio angolo», si è rammaricato il vallesano. Soprattutto perché si tratta di un argomento delicato. «Uno studio a livello federale per contribuire a rispondere alle numerose domande etiche ed economiche, oltre alle questioni di fattibilità, non sarebbe fuori luogo», ha spiegato.
Cantoni - Attualmente la pratica è vietata e l'argomento è sul tavolo solo dei parlamenti di Ginevra, Vaud e Zurigo. La città di Ginevra ha votato una mozione per renderlo possibile. E se per il momento si tratta solo di uno studio sulle questioni etiche ed ecologiche del processo, il cimitero di Châtelaine ha tuttavia già istituito un “distretto naturale” destinato a evitare l'inquinamento del suolo da parte di materiali sepolcrali non degradabili, che è diventato un vero problema.
Anche il Canton Vaud sostiene la ricerca di terreni e l'avvio di ricerche per chiarire la fattibilità dell'umusazione. A Zurigo è stato lanciato un test pilota a livello comunale. Fuori dai confini svizzeri intanto il Belgio è molto interessato mentre in alcuni stati americani questa tecnica è già praticata.
Nonostante la proposta del Consiglio federale di respingerlo, il postulato di Christophe Clivaz passerà nelle mani del Consiglio nazionale. Firmato da politici eletti di diversi orientamenti politici, potrebbe avere delle possibilità, anche se l'argomento resta un tabù.
Analisi - Secondo uno studio tratto da "Le Temps" la cremazione produce quasi 250 kg di CO2, l'equivalente di oltre 1000 km percorsi in automobile. Inoltre provoca il rilascio di molte tossine nell’aria. La sepoltura inquina il suolo a causa della vernice depositata sulle bare, così come sugli indumenti e su altri oggetti non degradabili. Tuttavia, questi terreni inquinati possono avere un impatto sulla vita, come a Ginevra, dove il cimitero di Saint-Georges è troppo vicino alla falda freatica. Il Comune ha recentemente adottato misure dopo analisi allarmanti.