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SVIZZERADa una piantina di Cannabis alla scomparsa dei soldi: il caso Juicy Fields

02.08.22 - 19:00
Un'azienda che aveva attratto migliaia di investitori è sparita nel nulla, con i loro soldi
Archivio Reuters
Da una piantina di Cannabis alla scomparsa dei soldi: il caso Juicy Fields
Un'azienda che aveva attratto migliaia di investitori è sparita nel nulla, con i loro soldi
Si indaga in Francia, Spagna, Italia, e anche in Svizzera: un informatico vallesano è tra coloro che sono stati truffati, aveva investito 20mila franchi

ZURIGO - Investire online per far piantare e crescere (da terzi) una piantina di canapa, monitorarne lo sviluppo e ottenere dei profitti dalla vendita del prodotto finale.

Un'idea di business semplice ed efficace, quella della società con sede nei Paesi Bassi Juicy Fields, che ha attratto centinaia di migliaia di investitori in tutta Europa.

Il tutto stava andando bene, finché all'inizio di luglio, annunciando uno sciopero del personale, l'azienda e i soldi di tutti i clienti sono spariti nel nulla. Così come i social media, i canali di comunicazione, ed il servizio clienti.

È subito scattato il panico tra chi ha investito, e nei diversi Paesi sono nate delle class action da parte delle vittime di quella che ha tutti i contorni di una truffa che segue lo schema Ponzi (in poche parole, usare alcuni investitori, facendoli guadagnare, per raggiungere e ingannare una fetta più ampia di clienti). Le accuse - come è emerso da una denuncia già avviata in Spagna da 1'200 investitori - riguarda i reati di «frode», «appropriazione indebita» e «riciclaggio di denaro».

In Svizzera, la SECO e le polizie di diversi Cantoni, come confermato dal Tages Anzeiger, hanno ricevuto delle denunce. Nel frattempo, coloro che hanno perso i loro investimenti si sono riversati sui social, dividendosi tra chi spera ancora di riavere i propri soldi (e che tornerà tutto in ordine) e chi si è rassegnato ad aver perso il denaro. Tutti, però, con un obbiettivo comune: far arrivare alla sbarra i responsabili.

«Sembrava sicuro»
Il giornale d'oltralpe ha avuto anche modo di sentire un informatico vallesano che ha investito oltre 20mila franchi, e che conosce persone che hanno persi anche di più, in ciò che la rivista Forbes ha già osato definire «la più grande truffa nell'industria della cannabis».

Secondo lo svizzero caduto nella rete di Juicy Fields, l'azienda sembrava seria. Su Internet, si notano in effetti delle partecipazioni a fiere internazionali, dei nomi altisonanti nella struttura aziendale e un sito web professionale. Ad alcuni eventi a Barcellona, i dirigenti si sono anche presentati con delle auto di lusso firmate con il logo dell'azienda.

Ciò che poi è stato l'elemento chiave, è stato l'inizio dell'investimento: l'uomo ha comprato alcune piantine (a circa 50 franchi l'una), ha potuto seguirne la crescita online, e ha ottenuto indietro il suo denaro ed il profitto (con un +40% per ogni raccolto). Da qui la decisione di acquistare altre piante, fino a 20'000 franchi, e di comunicarlo a parenti ed amici, che hanno investito anche di più.

L'Autorità svizzera di vigilanza sui mercati finanziari si è nel frattempo limitate a dire che la società non ha una licenza per poter lavorare in Svizzera, seppur sembri che il gruppo abbia operato anche dal territorio elvetico. Infatti, la Juicy Fields AG, con sede a Pfäffikon, sembra far parte della rete aziendale. Dal canto loro, i dipendenti dell'impresa affermano di non sapere nulla di una truffa, e incolpano alcuni finanziatori russi e l'ex amministratore delegato. L'idea è che questi ultimi avrebbero aperto segretamente un conto bancario a nome della società, sul quale avrebbero poi versato i guadagni dei piccoli investitori.

Al momento, comunque, non si vede via d'uscita, come non si vede alcuna traccia dei soldi degli investitori. 

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