Un escursionista su due sopravvaluta le sue capacità

Quando un percorso è troppo esigente, «la persona può affaticarsi e cadere, o perfino precipitare in un dirupo».
Secondo i dati dell'UPI l'anno scorso in Svizzera hanno perso la vita 55 escursionisti.
BERNA - Montagna che passione. Ma è bene non sentirsi invincibili. La sopravvalutazione delle proprie capacità è infatti una delle cause principali per gli infortuni nell'escursionismo, conferma un test di autovalutazione dell'Ufficio prevenzione infortuni (UPI). Secondo lo studio, cui hanno partecipato oltre 32'000 amanti della montagna, ben la metà delle persone ha un’immagine troppo positiva di sé quando si parla di passo sicuro e forma fisica. Molte rischiano dunque di scegliere un sentiero di montagna troppo difficile.
Ogni anno circa 5'000 persone residenti in Svizzera riportano lesioni medie o gravi nell'escursionismo e nell'escursionismo in montagna. «Di solito le escursioni fanno bene alla salute, ma si osserva regolarmente che le escursioniste e gli escursionisti si sopravvalutano», dice Monique Walter, esperta dell’UPI per l’escursionismo. «Anche lo Studio sull’escursionismo dell’UPI conferma che le capacità di chi fa escursionismo spesso non corrispondono ai requisiti del sentiero scelto», spiega Walter.
Quando una situazione è troppo difficoltosa, la persona si affatica e può cadere o perfino precipitare in un dirupo. L'anno scorso in Svizzera hanno perso la vita 55 escursionisti, un numero leggermente superiore alla media di 52 degli anni 2010-2019.
Con la loro campagna di prevenzione "Il trekking non è una passeggiata" Sentieri svizzeri e UPI intendono sensibilizzare la popolazione rispetto ai requisiti dei sentieri di montagna. I consigli principali sono di pianificare accuratamente l'escursione, usare un equipaggiamento adatto e restare vigili.




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