La Svizzera potrebbe (ri)vendere i vaccini AstraZeneca

Cattiva reputazione e mancata omologazione potrebbero spingere la Confederazione a rinunciare al vaccino.
Fra quelle che per ora sono solo ipotesi c'è anche la possibilità di annullare l'ordinazione.
BERNA - La Confederazione starebbe valutando la possibilità di rivendere i vaccini contro il coronavirus prodotti da AstraZeneca. Come anticipato dalla Nzz am Sonntag, che ha interpellato la vice direttrice dell'Ufficio federale di sanità pubblica (Ufsp) Nora Kronig, le autorità stanno infatti esaminando di cedere a qualcun altro il preparato dell'azienda biofarmaceutica anglo-svedese.
Lo scorso mese di ottobre – ricordiamo – Berna aveva stipulato un contratto per la fornitura di un massimo di 5,3 milioni di dosi di vaccino. Tuttavia la sua somministrazione non è mai stata autorizzata da Swissmedic in quanto «i dati finora disponibili e analizzati non sono ancora sufficienti per procedere con un'omologazione». Occorrono infatti ulteriori dati di nuovi studi per ottenere informazioni sulla sicurezza, sull'efficacia e sulla qualità.
Ecco quindi farsi largo l'ipotesi di rinunciare al preparato di AstraZeneca, focalizzando la compagna di vaccinazione sugli unici due vaccini già omologati da Swissmedic – Pfizer/BioNTech (ca. 3 mio. di dosi) e Moderna (13 mio.) – e su quelli ancora in fase di sviluppo ma per i quali la Svizzera ha già sottoscritto un contratto: Curavac (5 mio.) e Novavax (6 mio.).
Anche un annullamento dell'ordinazione – che per il momento non è comunque un'opzione – sarebbe possibile tramite una clausola che consente all'acquirente di fare un passo indietro in caso di efficacia insufficiente del prodotto. Dal canto suo, AstraZeneca ignora qualsiasi intenzione di rinuncia da parte della Confederazione. Al contrario, si sta preparando alla distribuzione dei vaccini, ha assicurato al giornale zurighese.




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!