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SVIZZERA

Vacanze in paesi a rischio: «Non è possibile controllare tutti»

Il direttore della sezione crisi dell'UFSP è chiaro: la Svizzera si affida alla responsabilità personale.
Keystone - foto d'archivio
Vacanze in paesi a rischio: «Non è possibile controllare tutti»
Il direttore della sezione crisi dell'UFSP è chiaro: la Svizzera si affida alla responsabilità personale.
Ma i Cantoni possono effettuare controlli a campione: si rischia una multa fino a 10'000 franchi.
L'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) effettuerà controlli a campione sul rispetto dell'obbligo di quarantena per chi rientra da Paesi a rischio. Ad annunciarlo venerdì è stato il direttore della sezione cri...

L'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) effettuerà controlli a campione sul rispetto dell'obbligo di quarantena per chi rientra da Paesi a rischio. Ad annunciarlo venerdì è stato il direttore della sezione crisi e collaborazione internazionale Patrick Mathys. Ogni settimana saranno controllate le liste dei passeggeri di 20-30 voli in arrivo in Svizzera, come pure gli autobus che effettuano trasporti internazionali.

L'UFSP effettuerà un triage e trasmetterà le informazioni ai Cantoni interessati, i quali potranno a loro volta effettuare controlli a campione per verificare se le persone si sono registrate presso le autorità cantonali e sono in quarantena. Per chi non rispetta l'obbligo di quarantena è prevista una multa fino a 10'000 franchi.

Ma la Confederazione continuerà a puntare sulla responsabilità personale dei singoli. E in periodo di vacanze estive, chi parte è tenuto a informarsi. «Non è possibile operare un controllo completo - ha spiegato Mathys in un'intervista rilasciata alla SRF -. Non si può e non lo vogliamo. Non sarebbe nello "stile svizzero". Effettueremo controlli casuali, li adegueremo al volume dei passeggeri e li trasmetteremo ai Cantoni. Se necessario, i controlli verranno migliorati o resi più "rigorosi"».

Un "problema" potrebbe essere il controllo di chi non vola dagli aeroporti svizzeri e chi viaggia con la propria auto targata svizzera. «Purtroppo non è possibile reperire alcuna informazione su queste persone né appurare se sono state in uno dei Paesi a rischio per cui è richiesta la quarantena» evidenzia ancora Mathys.

Non ci sono mezzi per impedire l'importazione da fuori di casi di coronavirus. «Ma - assicura il direttore della sezione crisi dell'UFSP - faremo in modo di mantenere il tasso dei casi importati il più basso possibile». A questo scopo mira la misura della quarantena. «Ma se la gente va in giro, bisogna fare i conti con la circolazione del virus. D'altra parte, anche gli svizzeri che vanno in vacanza possono esportarlo in altri paesi».

In linea di principio, i Cantoni sono responsabili del controllo delle misure previste per contenere i contagi. La lista di paesi che comportano l'obbligo di quarantena attualmente conta 29 nomi. Ma (probabilmente entro mercoledì) sarà aggiornata con un'altra dozzina di Stati.

Meno della metà in quarantena - Meno della metà delle persone che rientrano da Paesi a rischio sono in quarantena. La NZZ am Sonntag ha calcolato che dall'introduzione di questa misura obbligatoria, il 6 luglio, circa 6000 persone sono arrivate da Paesi a rischio negli aeroporti di Ginevra, Zurigo e Basilea.

In base ai dati forniti dai cantoni, il 17 luglio erano tuttavia soltanto 2328 le persone in quarantena e 630 quelle in isolamento.

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