Durante il weekend i cinque giovani selezionati per lo Swiss Arctic Project hanno partecipato a un campo di preparazione nel villaggio grigionese
LENZERHEIDE - Meno quindici gradi e pochi metri di visibilità. Oltre a una tempesta in arrivo. Stavolta si trattava soltanto di una simulazione, ma è una situazione che potrebbero dover affrontare la prossima estate i cinque giovani (tra cui c'è la ticinese Tessa Viglezio) di recente selezionati per lo Swiss Arctic Project, il progetto che li porterà al Polo Nord per toccare con mano il cambiamento climatico. Nel weekend a Lenzerheide hanno infatti preso parte a un campo di preparazione con il responsabile della spedizione Charles Michel. Nell’estremo nord non ci sarà comunque soltanto il rischio di dover affrontare le temperature del mare artico o un orso polare. «Anche un incendio a bordo della nave MV San Gottardo sarebbe devastante» afferma Michel.
Nella due giorni a quota 1’473 metri, i cinque giovani hanno anche stabilito il tema dello “Student Climate Report” che allestiranno durante la spedizione: il permafrost. Un tema sul quale ha tenuto una presentazione Konrad Steffen, uno dei più noti ricercatori svizzeri nell’ambito delle regioni polari, nonché direttore dell’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio. «Ogni anno la Groenlandia perde 360 gigatonnellate di ghiaccio» afferma Steffen. «A titolo di paragone: nelle Alpi svizzere se ne perdono “solo” sessanta». Lo scongelamento del permafrost è un fenomeno preoccupante, in particolare per il nostro paese. «Frane come quella di Bondo in futuro potrebbero non essere più un’eccezione» conclude.