«Stava tutto il giorno a svapare. Era un atleta ma in un paio di settimane…»

Tutto è cominciato con un'infezione batterica partita da un brufolo sulla spalla
Serginho ha raccontato il suo dramma.
Tutto è cominciato con un'infezione batterica partita da un brufolo sulla spalla
Serginho ha raccontato il suo dramma.
MILANO - Inarrestabile con le sue sgroppate sulla fascia, l’ex Milan Serginho ha conosciuto, una volta smesso con il pallone, lo stop più doloroso che un genitore possa incontrare: ha visto morire il figlio 20enne. Diego, questo il nome del ragazzo, se n’è andato nell’estate del 2024 a causa di un collasso polmonare. E proprio di questo strazio ha parlato l’ex campione rossonero in una chiacchierata con i media italiani.
«Non si può spiegare a parole la ferita che ti lascia un dramma così - ha spiegato il 54enne - È il dolore più forte che un essere umano possa sopportare. Oggi vivo per lui, sono sicuro che ci aspetta un’altra vita in cui staremo insieme per sempre».
Ma cosa è accaduto? «Era un atleta, faceva Jiu Jitsu. Aveva questo dolore a una spalla, ma non capivamo. Ha fatto delle analisi ed erano perfette. Poi, in un paio di settimane, è peggiorato improvvisamente. So che la colpa è del fumo: passava tutto il giorno a "svapare" con la sigaretta elettronica. Era diventato un vizio».
Una spiegazione più accurata dell’accaduto l’ha data Lia Paiva, moglie di Serginho e madre dello sfortunato Diego. «Mio figlio ha avuto un'infezione batterica partita da un brufolo sulla spalla. Un’infezione forse contratta durante gli allenamenti di Jiu Jitsu. Questa si è diffusa attraverso tutto il corpo e Diego ha avuto una setticemia. Il suo corpo ha cominciato a combattere quest’infezione: i reni stavano recuperando, il fegato stava recuperando, il cuore stava recuperando. I medici erano positivi sulla sua guarigione. Il sesto giorno, però, ha avuto un collasso polmonare ed è morto. Perché i suoi polmoni non hanno reagito? Per via dell’uso eccessivo della sigaretta elettronica».








