Un lutto alla base dei mali della Fiorentina

«I collaboratori del mister hanno uno stipendio normale. E rimanere senza paga li avrebbe messi in difficoltà»
Arno Rossini: «Pioli è un grande allenatore e un grande uomo».
«I collaboratori del mister hanno uno stipendio normale. E rimanere senza paga li avrebbe messi in difficoltà»
Arno Rossini: «Pioli è un grande allenatore e un grande uomo».
FIRENZE - C’è Moise Kean, bomber da 25 reti in 44 partite lo scorso anno. Ci sono poi, in ordine sparso, De Gea, Dodô, Gudmundsson, Piccoli, Dzeko… Insomma, giocatori veri. Campioni, in qualche caso. Com’è possibile allora che, nelle prime dieci giornate di Serie A, la Fiorentina non sia riuscita a vincere neppure una partita? Come è possibile che sia ultima della classifica, dietro avversarie che, in quanto a qualità, non sono neppure lontanamente al suo livello? Questo si sono chiesti a lungo dalle parti di Firenze dove, senza sorpresa, per tentare di far cambiare il senso a una stagione che rischia di finire malissimo, hanno sbattuto la porta in faccia a Stefano Pioli.
«Scelta inevitabile - è intervenuto Arno Rossini - ma, almeno personalmente, anche molto triste. Pioli è un grande allenatore e un grande uomo».
Di scuse in questo caso, non ne ha: come è possibile - appunto - che sia riuscito a far tanto male?
«Volete sapere se ha sbagliato tutto? Errori ne ha commessi di sicuro ma non credo che la situazione venutasi a creare sia completamente colpa sua. Faccio un esempio: avete visto il gol incassato dal Lecce lo scorso weekend? I salentini hanno potuto crossare liberamente dalla destra e Berisha, tutto solo sul secondo palo, ha segnato. I difensori viola? Molli, poco convinti, poco reattivi. In questo il tecnico come può influire?».
Colpa dei giocatori, quindi?
«Conoscendo le qualità del mister ma anche quelle della rosa, credo semplicemente che non si siano trovati. Che non sia scoccata la scintilla. Può capitare. Il grande “buco”, a Firenze, non è in ogni caso in panchina o in campo, è in società: da quando è venuto a mancare Joe Barone, si è fatta parecchia confusione».
Morto la scorsa primavera, il dirigente italoamericano era il braccio destro del patron Rocco Commisso.
«L’uomo forte che rappresentava la società e indicava la via. Commisso ha grandi meriti ma vive negli Stati Uniti. E una società non puoi amministrarla da remoto».
Voluto fortemente, Pioli non ha mostrato alla Fiorentina grande riconoscenza. Ha firmato un triennale da 3 milioni l’anno, 250’000 euro al mese e… non ha fatto sconti al momento dell'esonero.
«Credo che alla fine troveranno un accordo buono per tutti: per il club, che potrà evitare di spendere nove milioni (più le tasse, ndr), e per l’allenatore, che potrà tornare subito in pista con un’altra società. Per quel che riguarda la mancata rinuncia allo stipendio, penso che il mister faccia bene. Perché dovrebbe rinunciare? È una questione di rispetto dei ruoli. Del tipo: “non sono l’unico colpevole per questa situazione, perché dunque devo pagare per tutti?” E poi, dopo l’avventura in Arabia il tecnico non ha certo bisogno di soldi, un milione in più o in meno non gli fa grande differenza; per i suoi collaboratori la situazione è invece spiacevole. Vice, assistenti, analisti… il loro stipendio è molto più basso. Normale diciamo. E rimanere senza paga li avrebbe messi in difficoltà».









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