Sinner non ci sta: «Alcuni dicono che l'Alto Adige è diverso, ma anche la Sicilia lo è»

Il numero 1 al mondo ha voluto replicare alle critiche delle ultime settimane: «Sono orgoglioso di essere italiano, sono molto felice di essere nato in Italia e non in Austria o da un'altra parte»
«Abbiamo di tutto per essere lì a competere contro i migliori al mondo e secondo me dobbiamo unirci, stare insieme e darci forza per avere più trofei e più orgoglio possibile, perché secondo me l’Italia lo merita».
Il numero 1 al mondo ha voluto replicare alle critiche delle ultime settimane: «Sono orgoglioso di essere italiano, sono molto felice di essere nato in Italia e non in Austria o da un'altra parte»
«Abbiamo di tutto per essere lì a competere contro i migliori al mondo e secondo me dobbiamo unirci, stare insieme e darci forza per avere più trofei e più orgoglio possibile, perché secondo me l’Italia lo merita».
TORINO - La rinuncia di Jannik Sinner a prendere parte alla Coppa Davis ha generato una miriade di critiche all'indirizzo dell'attuale numero 1 al mondo. A far particolarmente discutere era stato il giornalista Bruno Vespa, che sui social aveva scritto: «Perché un italiano dovrebbe tifare per lui? Parla tedesco, risiede a Montecarlo, si rifiuta di giocare per la nazionale».
In queste ore, a pochi giorni dalle attese Finals di Torino, Sinner - nato a San Candido, paesino a circa 8 km dal confine con l’Austria - ha voluto rispondere alle critiche di chi lo considera "poco italiano". «Se fossi nato 50 km più in giù, avrei meno critiche sul fatto di essere o non essere italiano? Sai, questa è una domanda a cui non so rispondere. Non lo so, è un po’ come dire perché oggi c’è il sole… non poteva piovere? Boh! - le sue parole espresse a Sky Sport - Però sono orgoglioso di essere italiano, sono molto felice di essere nato in Italia e non in Austria, o da un’altra parte, perché secondo me onestamente questo Paese merita molto di più, anche di quello che sto facendo io. Perché abbiamo le strutture, abbiamo gli allenatori, abbiamo i giocatori, abbiamo tantissime mentalità differenti. Che sono anche la nostra forza: alcuni dicono che l’Alto Adige è diverso, la Sicilia è totalmente diversa, però è anche la nostra fortuna: la forza sta nelle differenze. Quindi abbiamo di tutto per essere lì a competere contro i migliori al mondo e secondo me dobbiamo unirci, stare insieme e darci forza per avere più trofei e più orgoglio possibile, perché secondo me l’Italia lo merita».



