Atletica, Marion Jones confessa: ''Usai steroidi prima di Sydney 2000''

L'ex sprinter Usa che in Australia conquistò 5 medaglie olimpiche, tra cui tre ori: ''Me li diede un tecnico a mia insaputa, facendomi credere che era olio di semi''
La Jones fino ad ora aveva sempre negato di aver mai fatto uso di doping nel corso della sua carriera, dopo essere stata coinvolta nel 2004 nello scandalo legato alla produzione dello steroide THG da parte dei laboratori Balco di San Francisco. Da allora la Jones era finita nel mirino dell'Usada, l'Agenzia Antidoping degli Stati Uniti, e del Cio, che aveva minacciato di ritirare le 5 medaglie olimpiche conquistate a Sydney nel caso l'atleta fosse stata condannata per uso di doping: l'effettiva colpevolezza della Jones però non era mai stata provata.
Il 'Washington Post', nella sua edizione odierna, spiega che uno dei destinatari della lettera riservata della Jones ne avrebbe rivelato il contenuto a uno dei propri reporter. Nella lettera, l'atleta scrive che lo steroide in questione, il THG (tetraidrogestrinone), le fu somministrato a sua insaputa dal suo ex coach Trevor Graham, il quale le aveva fatto credere che si trattasse semplicemente di olio di semi. Anche se aggiunge che avrebbe dovuto capire che qualcosa non andava quando Graham le disse di mantenere segreto l'utilizzo dell''olio'.
Nel giugno 2006 Marion Jones evitò la squalifica per doping dopo che le controanalisi smentirono una positività all'Epo evidenziati dal campione A, e pochi mesi dopo, a novembre, Graham fu accusato di falsa testimonianza nell'ambito di un processo per doping. I sospetti sulla Jones (il cui ex marito, l'ex recordman dei 100 metri Tim Montgomery, fu squalificato per due anni proprio nell'ambito dello scandalo Balco) iniziarono quando Victor Conte, fondatore del laboratorio di San Francisco, rivelò di aver fornito all'atleta una serie di sostanze proibite sia prima che dopo i Giochi di Sydney: la Jones però portò Conte in tribunale e all'inizio del 2006 vinse la causa per diffamazione ottenendo un risarcimento di 25 milioni di dollari.




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