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BASILEA

La Svizzera sogna il bis, ma è l'Austria a vincere l'Eurovision Song Contest

Trionfa JJ con "Wasted Love", Zoë Më tradita dal televoto chiude decima. Secondo posto per Israele, terzo per "Espresso Macchiato" di Tommy Cash
La Svizzera sogna il bis, ma è l'Austria a vincere l'Eurovision Song Contest
DPA
Fonte Claudia Fascia / Ats Ans
La Svizzera sogna il bis, ma è l'Austria a vincere l'Eurovision Song Contest
Trionfa JJ con "Wasted Love", Zoë Më tradita dal televoto chiude decima. Secondo posto per Israele, terzo per "Espresso Macchiato" di Tommy Cash

BASILEA - L'Austria con il 24enne JJ e la ballata elettro-pop Wasted Love vince l'Eurovision Song Contest 2025. Voce da controtenore, capace di raggiungere altezze da soprano, JJ (nome d'arte di Johannes Pietsch) si è già fatto un nome nel mondo della musica classica. Padre austriaco, madre filippina, è il secondo austro-filippino in gara per l'Austria, che porta così a tre le vittorie totali (l'ultima nel 2014 con Conchita Wurst).

Disattesi anche i pronostici che vedevano la Svezia battersi per la vittoria. Al secondo posto si è classificato Israele, con Yuval Raphael, grazie al televoto. Terza piazza per Tommy Cash e la sua "Espresso Macchiato".

Corsi quinto, Ponte ultimo - L'Italia - in una votazione più incerta del solito - torna a casa a mani vuote, nonostante le speranze riposte sull'underdog Lucio Corsi (con tanto di endorsement di Ed Sheeran, arrivato via social) che è quinto (quarto per le giurie di qualità dei 37 Paesi in gara e solo 97 punti dal televoto), l'imprevedibile ultimo posto di Gabry Ponte in gara per San Marino (ma l'abito tricolore sfoggiato durante la sfilata delle bandiere rivelava da che parte batteva il suo cuore) che ha fatto ballare e scatenare la St. Jakobshalle.

L'ombra del conflitto israelo-palestinese - Show come sempre rodato in tutti i suoi ingranaggi, spettacolare per scenografie, effetti speciali (non si lesina su fuochi e luci), esibizioni oltre ogni immaginazione. Ma non è stato tutto luci e paillettes. Da regolamento, per volontà degli organizzatori, quella di Basilea doveva essere una edizione che lasciava fuori dalla porta la politica e l'attualità. Niente bandiere sventolate tra il pubblico che non fossero quelle dei Paesi in gara, niente fischi, niente polemiche, divampate all'annuncio che anche quest'anno Israele sarebbe stato in gara. La musica - era l'assunto - unisce e non divide. Obiettivo raggiunto parzialmente. Mentre fuori dalla St. Jakobshalle si sono registrati scontri tra manifestanti filo-palestinesi e polizia, poco prima dell'esibizione di Yuval Raphael - sopravvissuta all'assalto del 7 ottobre 2023 al quale la sua canzone fa riferimento, all'interno dell'arena - secondo quanto riportato dai media israeliani - ci sono stati due tentativi dei manifestanti di assaltare il palco, bloccati dalla sicurezza. I fischi, se ci sono stati, sono stati coperti dagli applausi.

Il caso della tv spagnola - Ma la questione mediorientale, ha agitato anche i rapporti tra l'EBU - l'organizzazione che riunisce le emittenti di servizio pubblico europee e che organizza l'Eurovision - e la spagnola RTVE. La televisione spagnola era «attenzionata» e minacciata di «multe sanzionatorie» se i suoi commentatori avessero citato nuovamente il conflitto di Gaza, dopo averlo fatto durante la semifinale. Per tutto risposta, poco prima dell'inizio della finale, RTVE ha pubblicato un messaggio che non lascia dubbi a interpretazioni: «Di fronte ai diritti umani, il silenzio non è un'opzione. Pace e giustizia per la Palestina».

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