Povia: “Sul pensiero possiamo essere tutti diversi, ma con la musica siamo tutti uniti”

Incontro con il cantante Povia, che ha da poco pubblicato un nuovo cd dal titolo “La tavola rotonda”. L’artista parla di sé a 360 gradi e lo fa senza peli sulla lingua. In serata terrà un concerto alla Birraria di Mendrisio dove presenterà i brani del suo nuovo cd e i suoi successi.
Incontro con il cantante Povia, che ha da poco pubblicato un nuovo cd dal titolo “La tavola rotonda”. L’artista parla di sé a 360 gradi e lo fa senza peli sulla lingua. In serata terrà un concerto alla Birraria di Mendrisio dove presenterà i brani del suo nuovo cd e i suoi successi.
di Sal Feo
Il cd si apre con una canzone dedicata all’amicizia. E mi sembra di capire che è un sentimento importante per te.
“È un valore importante. Svolgo un lavoro che mi porta a conoscere tanta gente, e a volte non riconosci gli amici veri da quelli finti. Ci sono quelli che fanno gli amici, e lo fanno per interessi personali, e ci sono quelli che sono davvero amici, quelli che raccontano la verità e dicono cose che possono anche farti male”.
E oggi che sei famoso come fai a riconoscere gli amici veri?
“È solo questione di tempo. Ci vuole tempo per capirlo. Diffido da coloro che dopo due ore che mi hanno conosciuto dicono che siamo già amici. L’amicizia è qualcosa di più profondo. Meglio essere circondati da brave persone che magari poi diventeranno amiche”.
Oltre all’amicizia c’è nel disco il tema della spiritualità. Da dove arriva il bisogno del divino di cui parli nel disco?
“Nasce dalle guerre. Ci sono troppe guerre di religione, e questo tipo di religione divide la gente. Alla religione preferisco la spiritualità, perché questa unisce i popoli. Le vie del Signore sono infinite e non bisogna mettere in bocca a Dio cose che non ha mai detto. Ad esempio sul Corano non c’è mai scritto che uno debba farsi saltare in aria. Meglio vivere una spiritualità e vivere nell’insicurezza, anziché usare il nome di una religione e vivere nella convinzione”.
Questa spiritualità però ti ha causato qualche problema. Sei stato definito “cantante da oratorio” e le tue dichiarazioni sulle coppie di fatto hanno creato un vespaio di polemiche lo scorso anno.
“Tutto è successo con la mia partecipazione al Family Day. Ben vengano le leggi sulle coppie di fatto perché riconoscono i diritti alle coppie che non sono sposate. Ma ci tengo a precisare che quando si fa una legge non basta scriverla e approvarla. Una volta approvata va portata a termine e questo costa milioni di euro. Questi soldi vengono tolti alle tre cose più importanti che sono la famiglia, la ricerca sulle malattie e la sanità. A forza di disegnare leggi si dimenticano i diritti basilari. Facciamo prima le leggi in difesa della famiglia, della ricerca e della sanità e poi facciamo le leggi sulle coppie di fatto e su dove i cani devono a pisciare”.
Cosa pensi quando vedi quelli che indossano una maglietta con su scritto: “Grazie a Dio sono ateo”.
“Non esistono né gli atei, né gli agnostici. Uno volta ne ho incontrato uno e gli ho chiesto se c’era qualcosa che gli faceva paura. Mi ha risposto che la paura è umana. Ma allora se la paura è umana vuol dire che c’è qualcosa di non umano. E se si riconosce il non umano non si è più agnostici o atei. Perché allora quando siamo costretti a dover affrontare un’esperienza dolorosa, magari una malattia, alziamo gli occhi al cielo e iniziamo a fare domande?”.
Sei dunque contro l’aborto?
“Sì, ma se una ragazzina restasse incinta e mi venisse a chiedere di accompagnarla in ospedale l’accompagnerei”.
E immagino che sei contro la pena di morte.
“Certo. Ma se mi ammazzi mia figlia ti sparo”.
Nel tuo nuovo disco dici anche che è colpa della tv che non fa programmi che fanno venire voglia di farci una famiglia. L’Italia però è la nazione con la più alta percentuale di giovani costretti a stare in casa perché non hanno lavoro e soldi per farsi una famiglia.
“La mancanza di lavoro è un grande problema e questo finisce per ripercuotersi inevitabilmente sul fatto di non poter mettere su famiglia. Però ci sono anche quelli che non mettono al mondo figli ma hanno due macchine, o vanno in palestra e vanno tutti i fine settimana a fare vacanze”.
Sei davvero sicuro che il destino te lo fai da te come dici nella canzone “L’Intervista”.
“Per me vale il detto aiutati che il ciel t’aiuta. Nella mia vita ho affrontato esperienze drammatiche, ho avuto problemi con la droga, sono stato in comunità, sono stato dipendente dall’alcool, sono caduto in depressione, ho avuto attacchi di panico. Ma mi sono ribellato a tutto ciò e ho fatto rinascere il bambino che c’è in me e da questa rinascita è venuta fuori una canzone come I bambini fanno ohhh”.
Una canzone che non è piaciuta a tutti.
"Non ho l’obiettivo di piacere a chiunque. Metto in conto che a qualcuno posso non piacere".
Forse perché non hai peli sulla lingua e dici ciò che pensi.
“Sono molto schietto. O mi si ama, o mi si odia. Sembro strafottente e presuntuoso, ma il mio lavoro devo difenderlo e non posso fare a meno di dire ciò che penso”.
E in questo momento cosa non riesci a fare a meno di dire?
“Tante cose. Ad esempio che ci sono santoni che ti chiedono 250 euro per risolvere i tuoi problemi. Un santone se è davvero capace di risolvere problemi non deve chiederti soldi”.
Torniamo a "L’Intervista", la canzone del tuo disco. Qual è la più bella intervista?
“Quella che fa cambiare idea al giornalista sull’artista e viceversa. Quelle che tirano fuori la tua anima. È una canzone con la quale ho voluto tirare le orecchie a quei giornalisti che cercano solo il titolo ad effetto”.
A proposito di titoli. Come vorresti che fosse titolata questa intervista?
Povia: “Sul pensiero possiamo essere tutti diversi, ma con la musica siamo tutti uniti”
Cosa ti dà fastidio?
I pregiudizi. Quelli che dicono non invitiamo Povia da Beppe Grillo a Napoli a parlare sull’immondizia perché ha partecipato al Family day”.
C’è una canzone molto toccante che è Maledetto sabato dedicata ad un tuo amico morto in un incidente stradale. Ci pensi mai alla morte?
“Sì, ci penso. Vorrei morire sognando. Quando ho perso il mio amico Francesco avevo 16 anni. È stato un episodio che ha cambiato la mia vita. Da quel momento ho iniziato a credere negli angeli. Ho cominciato un cammino diverso e ho capito molte cose sulla vita”.
Che cosa ad esempio?
“Che la vita non va goduta, ma vissuta”
Perché dici che la strada giusta è quella che va in su, quella in salita?
“È più facile accendere una sigaretta che non accenderla. La strada che porta al male è più facile. La fatica invece implica sofferenza, ma è nella strada più faticosa che si riesce a trovare davvero qualcosa di importante”.
Il Festival di Sanremo si è concluso da poco. Lo hai visto?
“Poco. Sanremo è troppo lungo e questo finisce per danneggiarlo. Vogliono inserirci meno canzoni, e non hanno capito che in realtà bisognerebbe diminuire il tempo dedicato alla pubblicità e non il numero dei brani. Dovremmo portare a Sanremo il senso del ragionamento e dell’ascolto”.
Chi ti è piaciuto?
“Frankie Hi-Energy. Ma anche Tricarico che ha presentato la canzone, a mio avviso, più originale del festival. Mi è piaciuta anche la canzone di Amedeo Minghi e quella di Lola Ponce e Gio di Tonno”.
Chi non ti è piaciuto?
“La canzone della Tatangelo”.
Perché?
“Perché sono tutti gay con il sedere degli altri”.
Quindi che voto daresti a questo Festival?
“Sei”.
Che voto daresti invece a questa intervista?
“Dieci, solo però se la pubblichi tutta per intero e senza censure”.








