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FRANCIAEuropee, Le Pen il giorno dopo il terremoto

26.05.14 - 20:58
"È crollata una diga, è finita la demonizzazione. Adesso parliamo di politica, delle grandi scelte per la Francia"
Foto Keystone
Europee, Le Pen il giorno dopo il terremoto
"È crollata una diga, è finita la demonizzazione. Adesso parliamo di politica, delle grandi scelte per la Francia"

PARIGI - Il giorno dopo "il terremoto", "lo shock", il "big bang" - le tre definizioni più gettonate in Francia per descrivere la giornata di ieri - una sola sopravvissuta, Marine Le Pen, si aggira fra le macerie della politica. In briciole il Partito socialista del presidente della Repubblica François Hollande, sull'orlo del baratro la destra Ump.

In serata, in un messaggio registrato all'Eliseo e mandato in onda su tutte le reti alle 20, il presidente François Hollande si è ancora una volta rivolto ai francesi che gli hanno votato contro. Per ammettere la "verità dolorosa" dello scrutinio europeo e confermare che non "devierà" dalla strada che si è prefisso: "riformare la Francia e riorientare l'Europa". Verso la "crescita", ha ribadito, e verso un arretramento di Bruxelles laddove l'Europa è meno necessaria. Un discorso fumoso e ripetitivo, insistente sull'"amore per la Francia", dopo il quale la maggior parte dei commentatori negli studi si chiedeva cosa avesse spinto Hollande a prendere la parola già questa sera.

Trionfante ma senza eccessi, la leader del Front National non sbaglia un colpo dal 2011, da quando prese un partito di protestatari e nostalgici senza ambizioni politiche per trasformarlo in una macchina da guerra. "È crollata una diga - ripete alle tv - è finita la demonizzazione. Adesso parliamo di politica, delle grandi scelte per la Francia". Florian Philippot, numero 2 e luogotenente della bionda Marina, alle 7.00 del mattino era già ai microfoni delle radio: "quando si supera il 20% dei suffragi - ha spiegato con voce calma nonostante i festeggiamenti fino a notte fonda - si supera una tappa. Soprattutto quando lo si fa contro tutti i partiti".

Un francese su quattro (i risultati definitivi sono 24,95%) è la quota che ormai vota Le Pen in Francia. Con picchi fra operai e giovani, un incredibile 33,61% nel nord-ovest e un distacco di quasi 5 punti dai primi inseguitori - l'Ump fu fondato nel 2002 per sbarrare la strada alle ambizioni del Front National - e il doppio delle preferenze del partito al potere. Entrambi - PS e Ump - sono a brandelli, Marine Le Pen ha spiegato alle schiere di inviati e davanti a mille telecamere che "per fare un risultato del genere si devono prendere voti a destra, ma anche a sinistra". L'obiettivo ormai non più nascosto di Marine sono le presidenziali 2017, con un panorama dei partiti francesi che sarà forse definitivamente cambiato. E in cui lei, leader di un Front National che catalizza da solo tutto il malcontento dei francesi (l'estrema sinistra è quasi scomparsa) vuole giocarsi le sue carte come e meglio del padre, arrivando al ballottaggio.

In casa socialista si continua a mandare avanti Manuel Valls, che per un sondaggio delle ultime ore viene indicato come un buon candidato per le presidenziali del 2017 dal 49% dei francesi, semplicemente perché il titolare della ditta, Hollande, nello stesso sondaggio viene citato dall'11% degli intervistati. Dopo due anni la sua popolarità si è semplicemente dissolta, non è più neppure comparabile ai peggiori momenti dei suoi predecessori. Dopo una riunione di crisi all'Eliseo stamattina, il discorso senza novità della serata. E domani sarà a Bruxelles in una posizione sempre più scomoda, quella di presidente del paese ormai "pecora nera dell'Europa". In casa le cose non vanno meglio, il PS è lacerato, il fronte dei 40 che si sono astenuti sulla legge di stabilità finanziaria con i suoi 50 miliardi di sacrifici rischia di ampliarsi.

L'Ump è alla resa dei conti. Il presidente Jean-François Copé, che non ha mai convinto ed è apparso determinato soltanto nella lotta per la poltrona contro François Fillon, sta per essere silurato perché pesantemente invischiato nello scandalo Bygmalion, soldi del partito finiti nelle tasche di amici. Il pessimo risultato (20,80%) non fa che accelerare la procedura e l'ufficio politico del partito domani chiederà la sua testa.

Di Tullio Giannotti, Ansa

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