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STATI UNITIGoogle dice basta alle pubblicità personalizzate in base ai siti web visitati

04.03.21 - 06:30
Addio ai cookie di terze parti, addio alle pubblicità mirate ai singoli utenti
keystone-sda.ch / STF (Mark Lennihan)
Google dice basta alle pubblicità personalizzate in base ai siti web visitati
Addio ai cookie di terze parti, addio alle pubblicità mirate ai singoli utenti

NEW YORK - Vi è già capitato di cercare informazioni su un prodotto, e da lì in poi, vedere quel tipo di prodotto, o un articolo simile, in tutti i siti web che visitate?

Ecco, a breve, se utilizzate Google Chrome, non dovrebbe capitare più.

Google ha infatti deciso di non utilizzare più gli strumenti per tracciare la navigazione degli utenti, e quindi di vendere inserzioni pubblicitarie personalizzate per ogni utente, in una mossa che potrebbe rivoluzionare il modo di fare pubblicità online.

Lo ha dichiarato David Temkin, Direttore della sezione di Product Management, in un post pubblicato sul blog ufficiale di Google.

Il gigante della tecnologia ha così annunciato che si sbarazzerà gradualmente dei cookie di terze parti, che hanno finora permesso la promozione di un certo tipo di pubblicità basata su annunci specifici e personalizzati per i singoli individui. Ma non solo: Google non investirà su nessuna alternativa simile all’attuale tracciamento.

La decisione arriva nel quadro dei crescenti standard di privacy e di sicurezza dei dati, che sono sempre più al centro delle discussioni sia in Europa che negli Stati Uniti. Invece, per il futuro, Google sta testando alcuni nuovi modi per indirizzare determinati annunci a grandi gruppi di utenti con interessi comuni, tutto, però, nel più assoluto anonimato.

«La pubblicità è una base economica fondamentale per il web che conosciamo oggi» ha annunciato Temkin, che ha aggiunto che però, «poiché la nostra industria si è sforzata di fornire annunci pertinenti ai consumatori, si è creata una proliferazione di dati individuali degli utenti, e questo ha portato ad un'ampia erosione della fiducia delle persone».

Quindi, se «la pubblicità digitale non si evolve per affrontare le crescenti preoccupazioni che le persone hanno sulla loro privacy, si rischia il futuro del web libero e aperto a tutti».

 

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