«Israele blocca gli aiuti», «No, è Hamas che li ruba»

Il governo di Gaza ha condannato «l'ostruzionismo dell'occupazione israeliana», ma arrivano le dure accuse del segretario di Stato Usa Rubio
GAZA CITY - L'ufficio stampa del governo di Gaza, controllato da Hamas, ha dichiarato che, dal cessate il fuoco in vigore dal 10 ottobre, la media giornaliera di camion commerciali e di aiuti umanitari entrati nella Striscia è stata di 145, pari al 24% delle 600 unità previste dall'accordo. Lo riporta Al Jazeera.
Secondo i dati diffusi, tra il 10 e il 31 ottobre sono entrati complessivamente 3203 camion, di cui 639 commerciali e 2564 carichi di aiuti, inclusi 84 camion di carburante diesel e 31 di gas da cucina.
Il governo di Gaza ha condannato «l'ostruzionismo dell'occupazione israeliana», accusandola di essere «pienamente responsabile del peggioramento della crisi umanitaria che colpisce oltre 2,4 milioni di persone» nella Striscia di Gaza, a causa dell'assedio e delle restrizioni che limitano l'ingresso di beni essenziali.
In una nota citata da Al Jazeera, il governo di Gaza ha inoltre chiesto l'intervento immediato del presidente statunitense Donald Trump, dei Paesi garanti e dei mediatori dell'accordo «per obbligare Israele ad applicare gli impegni sottoscritti, in particolare la clausola che prevede l'ingresso di aiuti umanitari senza condizioni o restrizioni».
Le accuse di Rubio - «Hamas continua a privare la popolazione di Gaza degli aiuti umanitari di cui ha disperatamente bisogno. Questo furto mina gli sforzi internazionali a sostegno del piano in 20 punti del presidente Trump per fornire assistenza essenziale a civili innocenti. Hamas è l'ostacolo. Deve deporre le armi e fermare i saccheggi affinché Gaza possa avere un futuro migliore»: lo scrive su X il segretario di Stato americano Marco Rubio, condividendo un filmato - ripreso da un drone diffuso dal Comando Centrale Usa - che presumibilmente mostra gli agenti di Hamas prendere il controllo di un camion che trasportava aiuti nel nord di Gaza venerdì.




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!