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Ora si fa shopping con ChatGPT

L'azienda statunitense OpenAI ha introdotto la modalità "shopping" sulla sua piattaforma. Si intensifica la competizione con Google.
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Fonte Red
Ora si fa shopping con ChatGPT
L'azienda statunitense OpenAI ha introdotto la modalità "shopping" sulla sua piattaforma. Si intensifica la competizione con Google.
LOS ANGELES - La competizione tra OpenAI e Google si fa sempre più incandescente. L’azienda di Sam Altman - attiva nel campo della ricerca e dello sviluppo dell’intelligenza artificiale - sta espandendo la sua gamma di prodotti e cercando di co...

LOS ANGELES - La competizione tra OpenAI e Google si fa sempre più incandescente. L’azienda di Sam Altman - attiva nel campo della ricerca e dello sviluppo dell’intelligenza artificiale - sta espandendo la sua gamma di prodotti e cercando di colpire il suo principale concorrente dove fa più male. Il settore? Lo shopping online. 

Ebbene sì, a partire da lunedì scorso, OpenAI ha dotato la sua piattaforma ChatGPT della funzione “shopping”, permettendo ai suoi utilizzatori di andare alla ricerca di prodotti da acquistare. Il tutto, con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, che affina la modalità di ricerca tramite informazioni sulle merci, recensioni e link da consultare per infine eseguire l’acquisto.

Rispetto a Google, che si avvale di inserzioni pubblicitarie, OpenAI, che da sempre si vanta di essere completamente libera da pubblicità, si appoggia piuttosto alle preferenze del consumatore, chiedendo di specificare ciò che desidera e senza "creare il bisogno" per poi successivamente soddisfarlo, come spesso accade nel mondo della pubblicità. 

Un’esperienza, dunque, che assomiglia più a una conversazione con un commesso che alla solita ricerca di prodotti su internet, anche se, al momento, è limitata ai settori della moda, della bellezza, della casa e dell’elettronica e sarà ampliata soltanto in seguito. 

La rivalità con Google si è inoltre accentuata la settimana scorsa, quando OpenAI ha dichiarato di essere disposta ad acquistare il motore di ricerca Chrome da Google nel caso in cui l’azienda fosse stata costretta a venderlo come conseguenza di una delle cause per concorrenza sleale a cui è confrontata. Una mossa che catapulterebbe l’azienda di Sam Altman verso nuovi orizzonti e permetterebbe di superare il miliardo di ricerche settimanali che la piattaforma attualmente registra. 

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