Dopo il sisma, l'emergenza è donna

Mancanza di privacy, acqua e cibo colpisce soprattutto le donne, ora più a rischio anche per abusi e violenze.
Mancanza di privacy, acqua e cibo colpisce soprattutto le donne, ora più a rischio anche per abusi e violenze.
NAYPYIDAW - In Myanmar c'è un'emergenza neIl'emergenza: il devastante terremoto che ha colpito il Paese non solo ha causato vittime di massa e distruzioni su larga scala, ma ha aumentato i rischi di abusi e violenza per milioni di donne: lo denuncia l'Onu sottolineando che nel Paese le donne erano già vulnerabili a causa di anni di conflitti, sfollamenti e instabilità economica, ma ora affrontano rischi ancora maggiori di violenza di genere e sfruttamento.
"Le ragazze sono particolarmente vulnerabili, soprattutto quando sono separate dalle loro famiglie o vivono in rifugi sovraffollati senza un'adeguata privacy", avverte l'Onu, sottolineando la necessità di misure di protezione come un riparo sicuro, acqua pulita e cibo a sufficienza. I rifugi dovrebbero essere dotati di serrature, illuminazione e spazi privati. Hanno bisogno di servizi igienici sicuri, nonché di kit protettivi e prodotti per l'igiene mestruale. Serve inoltre un'illuminazione adeguata vicino ai punti d'acqua e ai servizi igienici per ridurre il rischio di violenze, soprattutto dopo il tramonto.
Inoltre il 'Working Group on Gender in Humanitarian Action', guidato da 'Un Women' e dal Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, rileva che più di 100'000 donne incinte sono state coinvolte nel caos nel Myanmar centrale e si prevede che 12'250 partoriranno ad aprile. La distruzione delle strutture sanitarie e i danni a strade e ponti hanno interrotto l'accesso ai servizi essenziali per la salute riproduttiva, mettendo a rischio le donne incinte.
L'Onu sottolinea la necessità di coinvolgere nella risposta all'emergenza le organizzazioni guidate da donne. "Le donne, in particolare quelle provenienti dalle comunità colpite dalla crisi, devono essere coinvolte attivamente nella progettazione e nell'attuazione delle valutazioni per garantire che le loro priorità siano prese in considerazione", concludono le agenzie umanitarie delle Nazioni Unite.





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