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GAZA

Approvato il piano di pace egiziano. Hamas ci sta, Israele no

La Lega araba, in un vertice straordinario, ha detto sì
AFP
Fonte ATS
Approvato il piano di pace egiziano. Hamas ci sta, Israele no
La Lega araba, in un vertice straordinario, ha detto sì

CAIRO - L'Egitto ha un piano per la pace nella striscia di Gaza, approvato in un vertice straordinario della Lega araba su Gaza convocato al Cairo. Il punto saliente sarebbe l'esclusione dal vertice di Hamas, che farebbe posto a «un comitato amministrativo composto da esperti palestinesi indipendenti e tecnocrati, incaricato di gestire» la Striscia per sei mesi dopo la tregua, «in vista del ritorno dell'Autorità Palestinese a Gaza».

L'idea ha raccolto sin da subito l'appoggio dell'Onu. Anche Hamas, che in teoria non avrebbe posizioni di comando, si è detta a favore del piano del presidente Abdel Fattah al Sisi. «Accogliamo con favore il piano di ricostruzione di Gaza adottato nella dichiarazione finale del vertice e chiediamo di garantire tutte le risorse necessarie per il suo successo», ha affermato il gruppo militante palestinese, esprimendo anche il suo «sostegno alla formazione del Comitato di sostegno alla comunità per supervisionare gli sforzi di soccorso, la ricostruzione e la governance a Gaza».

Posizione opposta invece per Israele, che contesta come «il feroce attacco terroristico di Hamas non venga menzionato e che non vi sia nemmeno una condanna di questa entità terroristica omicida, nonostante le atrocità documentate» e ribadisce il suo appoggio al piano di Trump.

Il presidente palestinese Abu Mazen si è detto pronto a tenere le elezioni entro l'anno prossimo. Il leader palestinese al Cairo per partecipare al vertice straordinario della Lega araba su Gaza ha poi annunciato che l'Autorità Palestinese riprenderà il suo ruolo a Gaza nell'ambito del piano egiziano.

Il piano prevede soccorsi d'emergenza, ricostruzione e lo sviluppo economico a lungo termine articolandosi in due fasi e basandosi su un fondo supervisionato a livello internazionale per garantire "l'efficacia" del mega-finanziamento. Nei primi sei mesi sono previste la rimozione delle macerie, la bonifica di ordigni inesplosi e la fornitura di alloggi temporanei per gli abitanti. La ricostruzione avverrebbe poi in quattro anni e mezzo, divisi in due tronconi: il primo fino al 2027 con budget di 20 miliardi di dollari e un secondo fino al 2030 con un costo stimato di 30 miliardi di dollari. Potrebbe esserci una presenza internazionale nei territori palestinesi, attraverso un'eventuale risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu.

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