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Quiet quitting: quando l'impiegato non è disposto a fare un solo minuto di straordinari

STATI UNITIQuiet quitting: quando l'impiegato non è disposto a fare un solo minuto di straordinari

14.10.22 - 06:30
«Le persone non si fanno più in quattro per i loro datori di lavoro e non sacrificano la salute mentale e fisica»
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Quiet quitting: quando l'impiegato non è disposto a fare un solo minuto di straordinari
«Le persone non si fanno più in quattro per i loro datori di lavoro e non sacrificano la salute mentale e fisica»

NEW YORK - Gli americani non hanno più voglia di fare gli straordinari né tantomeno catapultarsi anima e corpo nel lavoro. Il nuovo trend si chiama "quiet quitting", ovvero l’abbandono in sordina delle responsabilità lavorative. Gli impiegati tendono a ritagliare sempre più tempo per il proprio benessere e per quello della famiglia, riducendo gradualmente l’impegno dedicato al lavoro.

E in tanti ora stanno negoziando per ottenere migliori condizioni. In generale, non si tratta di meri licenziamenti. I dipendenti tendono a rifiutare ore di lavoro extra se non sono pagate.

E su TikTok sono quasi quattro milioni le visualizzazioni per i video con il tag #QuietQuitting. In centinaia raccontano come silenziosamente stiano riequilibrando il lavoro con la vita privata. Nessun licenziamento, insomma, ma maggiori confini.

Sembra dunque al capolinea il tempo della cultura americana dell’efficientismo a tutti i costi, promulgata da aziende che per anni hanno promosso il sovraccarico di lavoro e responsabilità senza corrispondere maggiori incentivi economici o benefit.

Lo spiega benissimo a Today la coach Allison Peck, che su TikTok insegna ai suoi quattrocentomila follower come indirizzare meglio la carriera. «Le persone non si fanno più in quattro per i loro datori di lavoro e non sacrificano la salute mentale e fisica. Fanno quello per cui vengono pagati», dice l’esperta.

Sulla stessa linea Kathy Caprino, anche lei coach specializzata in leadership femminile. La professionista – autrice del libro “The Most Powerful You” – spiega alla CNN: «Si tratta di smettere di fare un lavoro che vada al di là di quello per cui le persone sono state assunte e per il quale non ricevono un compenso».

In altre parole, gli americani decidono di continuare a lavorare, senza però immolarsi alla causa della propria azienda come invece accadeva in passato.

Per gli esperti si tratterebbe di una diretta conseguenza del burnout, un fenomeno non nuovo, ma diventato particolarmente evidente nella società americana durante la pandemia. La crisi legata al coronavirus ha avuto come effetto collaterale un forte riassestamento personale per molti lavoratori. In migliaia hanno maturato la decisione di cambiare carriera, mentre chi non lo ha fatto sta ora puntando i piedi per ottenere un trattamento più equo.

 

 

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