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CINAA Shanghai cambia (ma non troppo) la guerra a Omicron

22.04.22 - 14:59
La megalopoli cinese da marzo ai ferri corti con il virus continua con i lockdown ma si concede qualche alleggerimento
keystone-sda.ch (SHAN SHI)
Uno degli ospedali temporanei in cui vengono ospitati i malati di Covid.
Uno degli ospedali temporanei in cui vengono ospitati i malati di Covid.
Fonte Ats ans
A Shanghai cambia (ma non troppo) la guerra a Omicron
La megalopoli cinese da marzo ai ferri corti con il virus continua con i lockdown ma si concede qualche alleggerimento

SHANGHAI- - Shanghai ha lanciato una nuova campagna per eliminare la trasmissione della temuta variante Omicron del Covid-19, rafforzando la gestione "statica" delle aree sigillate e un nuovo ciclo di test in tutta la città, e ufficializzando molte delle misure seguite finora.

«L'attuale situazione epidemica è ancora molto grave e l'opera di prevenzione e di controllo è in una fase critica», si legge in una nota diffusa dalla municipalità in cui si spiega che «saranno effettuate operazioni di controllo della comunità per ridurre al minimo il flusso e l'aggregazione di persone».

La metropoli ha registrato giovedì 1'931 casi confermati (in calo dai 2'634 di mercoledì) e 15'698 portatori asintomatici (stabili rispetto a 15'861), con undici nuovi decessi (con età media delle vittime di 84 anni) che portano a quota 36 il totale negli ultimi cinque giorni.

La nuova direttiva prevede che le persone in aree sottoposte a lockdown restino in casa e ricevano i beni tramite i sistemi delle consegne a domicilio, mentre chi vive in aree controllate non potrà comunque uscire dalla propria comunità. Chi si trova in aree sottoposte a regime di prevenzione ha il divieto assoluto di aggregazione.

L'annuncio del governo cittadino è maturato all'indomani degli allentamenti alla gestione del controllo dell'epidemia in due distretti della città, e dopo i «segnali incoraggianti» emersi dalla gestione del Covid-19 a partire dal 15 aprile, hanno riportato i media cinesi.

Shanghai da fine marzo è finita in lockdown con forti disagi ai suoi 26 milioni di residenti nell'approvvigionamento di generi alimentari e di prima necessità, innescando forti proteste sociali contro le forze dell'ordine, l'amministrazione e il personale sanitario messo in campo per contenere la diffusione del contagio.

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