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GERMANIAL'allarme della Germania: «Le scorte di gas sono a un livello preoccupante»

09.02.22 - 23:11
Mentre continuano le tensioni per l'Ucraina, l'Europa si trova in difficoltà per la dipendenza energetica dalla Russia
keystone-sda.ch / STF (Sergei Chuzavkov)
Fonte Ats ans
L'allarme della Germania: «Le scorte di gas sono a un livello preoccupante»
Mentre continuano le tensioni per l'Ucraina, l'Europa si trova in difficoltà per la dipendenza energetica dalla Russia

BERLINO - Le riserve di gas in Germania crollano a un livello "preoccupante", meno della metà rispetto a due anni fa: l'allarme lanciato dal ministero dell'economia di Berlino riporta drammaticamente al centro dell'attenzione uno dei nodi principali della crisi russo-ucraina, la dipendenza dell'Europa dalle forniture energetiche di Mosca e la conseguente difficoltà ad aderire alla linea dura degli Usa.

Non a caso la parola "dialogo" (con il Cremlino) è quella che ritorna nei commenti di diversi esponenti europei dopo la missione del presidente francese Emmanuel Macron a Mosca e Kiev.

Il primo a mostrarsi ottimista, parlando di un "progresso" nelle iniziative diplomatiche, è stato proprio il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Da Kiev gli ha fatto eco il ministro degli esteri spagnolo José Manuel Albarez Bueno, il quale ha annunciato che Madrid, sulle orme della Germania, non fornirà armi all'Ucraina, sostenendo che è ancora troppo presto anche per parlare di sanzioni, perché un'invasione russa rimane tra gli «scenari ipotetici che, forse, non corrispondono affatto alla realtà».

Per ora, dunque, la questione delle sanzioni è un argomento di contesa più all'interno dello schieramento occidentale che non con Mosca. A dimostrarlo è la tormentata vicenda del Nord Stream 2, il gasdotto già completato ma non ancora in funzione che collega direttamente la Russia e la Germania via mare. Durante una visita a Washington, Scholz non ha voluto appoggiare esplicitamente l'idea di Joe Biden di cancellare il progetto in caso di invasione russa dell'Ucraina.

Dalla parte del presidente americano si schiera però la vicepresidente della Commissione europea Margarethe Vestager. "Non siamo mai stati dell'opinione che il Nord Stream 2 fosse nell'interesse dell'Europa", ha affermato, mettendo anche in dubbio che il gasdotto possa contribuire a ridurre il prezzo del gas, che sembra venire "regolato politicamente e non dal mercato".

In effetti, secondo dati dell'Associazione europea degli operatori del trasporto gas (Entsog) citati dall'Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi) italiano, la Russia ha ridotto gradualmente le forniture a partire dall'estate scorsa, arrivando addirittura a un meno 40% nel mese di gennaio.

Questo, combinato con la maggiore domanda dovuta alla riduzione della produzione di elettricità da fonti rinnovabili, ha costretto molti paesi a dare fondo alle riserve e fatto schizzare i prezzi fino a cinque volte.

Dati del Gas Infrastructure Europe confermano l'allarme che viene da Berlino, le cui scorte sono calcolate a circa il 35% della capacità totale rispetto all'83% di due anni fa. Più contenuta la riduzione per l'Italia (45% attuale rispetto al 57% del febbraio 2020).

I prezzi del gas, intanto, hanno segnato un meno 3% nelle ultime contrattazioni, complici le temperature più miti registrate in Europa dall'inizio dell'anno.

Alla corte del presidente russo Vladimir Putin continuano nel frattempo ad arrivare rappresentanti di paesi europei. Oggi è stata la volta della ministra degli esteri britannica, Liz Truss, venerdì è atteso il suo collega della difesa, Ben Wallace.

Il loro governo si è mostrato saldamente al fianco di quello americano nel braccio di ferro in corso. Ciò spiega il commento, poco diplomatico, dell'ambasciatore russo a Londra, Andrei Kelin: «se vengono in Russia per minacciarci ancora di sanzioni, è inutile».

Intanto, ben consapevole delle difficoltà nei negoziati, Papa Francesco fa appello alla preghiera per la pace, ricordando che «la guerra è una pazzia».

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