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CINA

La frattura con Tokyo è profonda: stop ai viaggi e ai prodotti ittici

L'incontro pacificatore di martedì ha avuto un esito insoddisfacente, per le autorità cinesi
AFP
Fonte Ats Ans
La frattura con Tokyo è profonda: stop ai viaggi e ai prodotti ittici
L'incontro pacificatore di martedì ha avuto un esito insoddisfacente, per le autorità cinesi

PECHINO - I colloqui di martedì con il Giappone non sono riusciti ad allentare le tensioni, indicando che la disputa sui commenti della premier nipponica Sanae Takaichi su Taiwan è destinata a continuare. Liu Jinsong, a capo del Dipartimento per gli Affari asiatici del ministero degli Esteri cinese, si è detto «insoddisfatto» dell'esito dell'incontro con Masaaki Kanai, il suo omologo giapponese, giunto a Pechino negli sforzi per riannodare un dialogo, secondo quanto riportato da The Paper.

Un video diffuso dai media statali mostra l'alto diplomatico cinese lanciare un'occhiataccia alla sua controparte giapponese, al momento del commiato presso la sede del ministero degli Esteri, è circolato sui social mandarini, diventando virale e un punto critico nelle già tese relazioni tra Pechino e Tokyo.

Le parole di Takaichi - Le relazioni sino-giapponesi si sono deteriorate da quando Takaichi, diventata la prima donna a Tokyo a ricoprire il prestigioso incarico, ha collegato in pubblico il conflitto nello Stretto di Taiwan al potenziale dispiegamento di truppe giapponesi in forza della 'autodifesa collettiva', provocando la rapida e furiosa rappresaglia da parte di Pechino, che considera Taipei parte «sacra» e «inalienabile» del suo territorio da riunificare anche con la forza, se necessario.

La Cina ha chiesto una ritrattazione dei commenti della premier, mentre i media statali hanno avvertito che le sue dichiarazioni «suonano un duro avvertimento che i demoni militaristi del Giappone stanno venendo nuovamente evocati».

Stop ai viaggi - Pechino ha anche messo in guardia i connazionali dal recarsi in Giappone, spingendo almeno due agenzie di viaggio statali a cancellare i tour di gruppo già programmati. Le aziende statali, tra cui gruppi di investimento, banche e società di intermediazione, hanno consigliato ai dipendenti di evitare il Giappone, emettendo avvisi interni. Ammontano a quasi 500mila, infatti, i biglietti aerei cancellati dalla Cina verso il Giappone.

In base alle stime degli analisti del settore aeronautico, citate dall'agenzia Afp, si è verificato un crollo delle prenotazioni attive dai 1,5 milioni del 15 novembre a un milione appena due giorni dopo. «Si tratta di un calo del 33% in 48 ore, ben al di là della flessione giornaliera media del 5% che osserviamo dal 2023», ha spiegato Li Hanming all'Afp. Le tre maggiori compagnie aeree cinesi hanno annunciato rimborsi integrali per tutti i voli verso il Giappone prenotati entro il 31 dicembre, e l'impatto economico è già tangibile.

I turisti cinesi rappresentano infatti la prima fonte di visitatori per il Paese del Sol Levante con oltre 8,2 milioni di presenze tra gennaio e ottobre, in aumento del 40% rispetto allo scorso anno, e nel solo terzo trimestre hanno speso oltre un miliardo di dollari al mese, coprendo quasi il 30% della spesa turistica complessiva in Giappone. Già a inizio settimana, i titoli nel settore turistico e dei principali gruppi del retail alla Borsa di Tokyo hanno subito forti ribassi, anticipando le possibili ricadute economiche sull'economia. Secondo l'emittente pubblica Nhk, il calo dei flussi turistici dalla Cina per un periodo prolungato di un anno potrebbe arrecare una perdita economica di almeno 11,5 miliardi di dollari.

Stop alle importazioni ittiche - Le ripercussioni avranno effetto anche su altri settori dell'economia: Pechino ha informato il Giappone che sospenderà le importazioni di prodotti ittici giapponesi. Lo riferiscono fonti governative, citate dai media locali, allargando ancora una volta le criticità per Tokyo in un settore già in crisi. La Cina aveva infatti ripreso ad acquistare prodotti dall'industria ittica giapponese appena all'inizio di questo mese, dopo aver revocato il divieto generale di importazione imposto nell'agosto 2023, quando il governo di Tokyo decise di iniziare a scaricare l'acqua trattata nel sito nucleare danneggiato dallo tsunami del 2011, nella prefettura di Fukushima.

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