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GUERRA UCRAINA

Lo sforzo diplomatico di Putin con droni e missili per piegare Zelensky

Il pesante attacco su Kiev è un minaccioso messaggio al presidente ucraino per indurlo ad accettare il "piano di pace Trump"
Foto Imago
Lo sforzo diplomatico di Putin con droni e missili per piegare Zelensky
Il pesante attacco su Kiev è un minaccioso messaggio al presidente ucraino per indurlo ad accettare il "piano di pace Trump"
KIEV/MOSCA - È apparso chiaro a tutti che le guerre non possono finire in 24 ore, nemmeno se a volere dimostrare il contrario scenda in campo - con un nutrito carnet di proclami, parole date e poi rimangiate e voti di castità politica per un mondo ...

KIEV/MOSCA - È apparso chiaro a tutti che le guerre non possono finire in 24 ore, nemmeno se a volere dimostrare il contrario scenda in campo - con un nutrito carnet di proclami, parole date e poi rimangiate e voti di castità politica per un mondo nuovo - il capo della più importante potenza occidentale, il risoluto e politicamente dispotico Donald Trump.

Nella sua agenda, densa di stravaganze economiche e militari (vedi oboli commerciali e mire imperialistiche qua e là per il Pianeta da condurre per mare e ghiacci), figura anche la fine del conflitto in Ucraina.

Da navigato business-man l'ha messa subito sul piano degli affari, trovando facile sponda oltre Atlantico in un uomo in cui il senso degli affari e in vari settori - da quello militare-espansionistico a quello commerciale - ha sempre abitato: Vladimir Putin.

Convocato Zelensky - cui Trump non ha mai nascosto corrispondenze non proprio d'amorosi sensi - per espropriarlo delle sue terre rare e fargli capire che un Ucraina dove regni la pace è possibile di fatto solo attraverso la sua resa incondizionata e quindi l'accettazione delle condizioni dettate da Putin, il presidente americano ha adesso fretta di chiudere la partita, al pari del suo omologo russo che della diplomazia - rispetto ai viaggi del messaggero "mano sul cuore" Witkoff - ha ovviamente tutt'altra idea.

Lo sforzo diplomatico di Putin per mettere alle strette Zelensky e fornirgli motivi sufficienti per convincerlo a mettere la sua firma sul "piano di pace" Trump - che salvo per il numero dei chilometri quadrati di terre occupate del Donbass da "russificare" coincide con quello di Mosca - si concentra su un tipo di "mediazione" militare, ordinando lo sgancio (come è avvenuto la scorsa notte) di missili balistici e droni sulla capitale Kiev.

Il messaggio sottende quanto va da sempre dichiarando il capo della Casa Bianca quando non perde l'occasione di rivolgersi al presidente ucraino: «Non hai la carte man! Puoi combattere altri tre anni ma perdere oltre al Donbass tutto il Paese».

Il risultato è che Washington e Mosca, sul fine guerra, sembra parlino la stessa lingua: basti ascoltare l'ultima dichiarazione del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, quando afferma che «la posizione del presidente statunitense Donald Trump sulla Crimea è pienamente coerente con quella russa».

L'ennesimo consolidamento dell'asse USA-Russia, una strana alleanza che sembra stia producendo l'effetto di "lavorare" ai fianchi il presidente Zelensky, sfiancandolo con la strategia dei duplici montanti: quelli degli Stati Uniti che usano l'arma della parola e i colpi della Russia cui l'amministrazione americana concede diplomaticamente di fare il lavoro più sporco.

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