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SERBIALa Serbia sfoggia il suo armamentario militare

01.05.22 - 17:30
Vučić: «Siamo un paese neutrale e dobbiamo trovare soluzioni che ci permettano di preservare il nostro cielo»
keystone-sda.ch / STF (Darko Vojinovic)
La Serbia sfoggia il suo armamentario militare
Vučić: «Siamo un paese neutrale e dobbiamo trovare soluzioni che ci permettano di preservare il nostro cielo»
La Serbia è attualmente l'unico paese europeo a utilizzare il sistema missilistico cinese

BELGRADO - La Serbia ha messo ieri in mostra il suo armamento militare, esibendo all'aeroporto militare di Batajnica, vicino a Belgrado, i suoi nuovi missili terra-aria di fabbricazione cinese e altri apparecchi militari acquistati sia dalla Russia che dall'Occidente.

Lo ha riportato Reuters. La Serbia, lo ricordiamo, sta cercando di bilanciare la sua partnership con la NATO e le aspirazioni di entrare nell'Unione europea con la sua secolare alleanza religiosa, etnica e politica con la Russia.

Così, l'inventario militare di Belgrado può vantare missili e armi dai Paesi europei, da Mosca, ma anche il sistema cinese di difesa terra-aria FK-3, acquistato nel 2019 e consegnato all'inizio di questo mese. La Serbia è attualmente l'unico paese europeo a utilizzare il sistema missilistico cinese e i droni da combattimento CH-92A.

All'esibizione di sabato si è recato anche il presidente Aleksandar Vučić che, affiancato da comandanti militari, ha assistito a uno spettacolo acrobatico con dei jet russi MIG-29. «Sono orgoglioso dell'esercito serbo, sono fiero del grande progresso che abbiamo raggiunto», ha detto Vučić in una conferenza stampa. «Rafforzeremo significativamente la nostra forza aerea da combattimento. La Serbia è un paese neutrale e deve trovare soluzioni che le permettano di preservare il suo cielo e il suo stato».

Per questo, Vučić ha detto che la Serbia prevede di acquistare 12 caccia multiuso Rafale dalla Francia entro la fine dell'anno e 12 aerei da combattimento Typhoon dal Regno Unito, una mossa vista dagli analisti politici come un primo segno di allontanamento di Belgrado dalla Russia.

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