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LIBANOStranezze libanesi: riaprono i Casinò, ma non le scuole

22.03.21 - 09:13
Gli allentamenti al rigido lockdown vissuto in gennaio e febbraio non riguardano il mondo dell'istruzione.
Keystone
Non sono servite le proteste di piazza per far riaprire le scuole.
Non sono servite le proteste di piazza per far riaprire le scuole.
Fonte ats ans
Stranezze libanesi: riaprono i Casinò, ma non le scuole
Gli allentamenti al rigido lockdown vissuto in gennaio e febbraio non riguardano il mondo dell'istruzione.
A causa della pandemia più di un milione di studenti libanesi ha perso circa dodici mesi di scolarizzazione

BEIRUT - In Libano riaprono i negozi e anche il Casino dopo un rigido lockdown di gennaio e febbraio, mentre le scuole rimangono chiuse.

A causa delle proteste popolari anti-governative scoppiate dall'autunno del 2019 e delle ripercussioni della pandemia, si stima che più di un milione di studenti libanesi, bambini e adolescenti, abbia perso circa 12 mesi di scolarizzazione tra questo anno scolastico e quello passato.

Intanto oggi a Beirut e nelle altre città del Libano riaprono ristoranti, palestre, cure diurne, sale giochi e lo stesso Casino, che prima della crisi politica ed economica e della guerra nella vicina Siria e un punto di attrazione per giocatori di professione, turisti e curiosi provenienti da Europa, Golfo e Russia.

In Libano la pandemia ha cominciato a registrare dati preoccupanti a partire dallo scorso autunno, con picchi verificatisi a gennaio, dopo che per le feste natalizie e di Capodanno le autorità avevano di fatto consentito ai cittadini di organizzare feste, concerti pubblici di artisti, assembramenti in strada senza limiti.

In assenza di una chiara politica da parte del governo dimissionario e per un lassismo nei controlli in particolare nelle aree periferiche del paese, si teme che si possano registrare nuovi picchi di contagio a seguito delle imminenti feste religiose di aprile (Pasqua cattolica, Pasqua ortodossa, inizio e fine di Ramadan).

Le scuole rimarranno di fatto chiuse almeno fino alla fine di questo anno scolastico.

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