I famigliari delle vittime dell'esplosione al porto scendono in piazza

La protesta è stata innescata dall'interruzione delle indagini per individuare i responsabili del disastro.
La protesta è stata innescata dall'interruzione delle indagini per individuare i responsabili del disastro.
BEIRUT - Decine di familiari delle vittime della duplice esplosione del porto di Beirut il 4 agosto scorso, nel quale sono morte oltre 200 persone e ne sono state ferite altre 6mila, sono scese in strada oggi di fronte al palazzo di giustizia di Beirut, bloccando la circolazione stradale con pneumatici e cassonetti dell'immondizia dati alle fiamme.
La protesta popolare è stata innescata dall'interruzione di fatto da oltre un mese delle indagini della magistratura libanese per individuare i responsabili del disastro causato dall'esplosione, definita «accidentale», di 2'750 tonnellate di nitrato di ammonio da anni stoccate nel porto di Beirut.
La deflagrazione del 4 agosto, una delle 10 più potenti esplosioni non nucleari della storia, aveva profondamente danneggiato un terzo della città, costringendo 300 mila persone ad abbandonare le proprie case. Moltissimi feriti sono rimasti menomati o sfigurati a vita. Proprio ieri si era diffusa la notizia della decisione della giustizia libanese di rimuovere dall'incarico il giudice Fadi Sawan, magistrato a capo dell'inchiesta sull'esplosione del porto.
La sua rimozione è stata decisa dopo che due ex ministri, formalmente indicati tra i presunti responsabili del disastro assieme al premier dimissionario Hassan Diab, avevano a dicembre presentato ricorso in cassazione per la presunta mancanza d'imparzialità del giudice Sawan.
Da oggi il Consiglio superiore della magistratura libanese è riunito per approvare o respingere le nomine proposte dal ministero della giustizia. Finora il Csm libanese ha respinto la prima nomina avanzata dal ministero.









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