A Los Angeles l'ambulanza non raccoglie più i malati in fin di vita

Perché non c'è più spazio negli ospedali a causa dell'enorme numero di casi Covid. Le autorità: «È un disastro umano»
LOS ANGELES - 20% di tamponi positivi, 400'000 nuovi casi da novembre a oggi, e un morto ogni 15 minuti la Contea di Los Angeles è allo stremo a causa del coronavirus.
Un'emergenza, quella pandemica, che pesa sugli ospedali con più di 7'600 pazienti ricoverati, il 21% dei quali in cure intense.
Un vero e proprio inferno che ha portato le autorità sanitarie alla più drastica delle misure: chiedere ai soccorritori delle ambulanze di valutare la situazione sul posto e non prendere a carico il paziente se è in pericolo di vita.
A questa drammatica novità si aggiunge anche la richiesta di risparmiare, per quanto possibile, l'utilizzo di ossigeno e somministrarlo solo nei casi più gravi.
Ma chi sono i pazienti interessati da queste misure?
Tutti i maggiorenni che si trovano in arresto cardiaco, dovranno essere rianimati sul posto e portati in condizioni stabili, solo in questo momento sarà possibile l'ospedalizzazione. Il personale è invitato a tentare la rianimazione «almeno per 20 minuti» e a non riportare le salme in ospedale.
«Gli ospedali stanno dichiarando uno stato d'emergenza interno, stanno iniziando a utilizzare palestre e chiese da utilizzare come sale aggiuntive», spiega alla CNN la supervisora della Contea di Los Angeles Hilda Solis, «è un vero e proprio disastro umano».
E tutto questo in attesa della nuova ondata che ci si aspetta accompagni i movimenti delle Feste.




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