Covid-19, il «rischio» per i più piccoli sono i vaccini interrotti

L'Unicef lancia l'allarme e chiede ai fornitori globali di non bloccare le forniture nelle zone a rischio
NEW YORK - «Con il progredire della pandemia, i servizi essenziali salva-vita, comprese le vaccinazioni, saranno probabilmente interrotti, soprattutto in Africa, Asia e Medio Oriente, dove sono estremamente necessari. Il rischio maggiore è per i bambini delle famiglie più povere dei Paesi colpiti da conflitti e disastri naturali». L'allarme lo lancia l'Unicef.
«Siamo particolarmente preoccupati - spiega l'Agenzia - per quei Paesi che stanno combattendo contro focolai di morbillo, colera o poliomielite mentre rispondono a casi di Covid-19, come l'Afghanistan, la Repubblica Democratica del Congo, la Somalia, le Filippine, la Siria e il Sud Sudan. Non solo questi focolai graverebbero su servizi sanitari già in difficoltà, ma potrebbero anche causare ulteriori perdite di vite umane e sofferenze. In un momento così, questi Paesi non possono permettersi di affrontare ulteriori epidemie di malattie prevenibili con i vaccini. Il messaggio - sottolinea - è chiaro: non dobbiamo permettere che gli interventi sanitari salvavita siano colpiti a causa dei nostri sforzi per affrontare Covid-19».
L'Unicef è impegnato a sostenere l'assistenza sanitaria di base e le esigenze di vaccinazione nei Paesi più colpiti, e a farlo in modo da limitare il rischio di trasmissione. «Stiamo lavorando duramente - informa - per garantire la disponibilità di adeguate forniture di vaccini nei Paesi che ne hanno bisogno. Siamo in stretta comunicazione con i fornitori globali di vaccini per garantire che la produzione non venga interrotta e che la fornitura sia gestita nel miglior modo possibile in queste difficili circostanze».
Non solo vaccini - Le misure adottate per combattere la diffusione del coronavirus hanno messo sull'attenti l'Unicef anche in ottica di protezione dell'infanzia in termini di ripercussioni economiche e sociali. «L’esperienza nelle situazioni di crisi dimostra quanto è importante in questi casi rispettare ancora di più i diritti dell’infanzia alla protezione, all’istruzione e al tempo libero affinché i bambini possano continuare a essere bambini», ha dichiarato un paio di giorni fa Bettina Junker, Direttrice generale per la Svizzera e il Liechtenstein.




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