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Italia: morta soprano Renata Tebaldi, l'anti Callas

Italia: morta soprano Renata Tebaldi, l'anti Callas
SAN MARINO - La cantante lirica Renata Tebaldi è morta alle 3:30 di stamane nella sua casa di San Marino. Malata da tempo, avrebbe compiuto 83 anni in febbraio. Renata Tebaldi, stupenda voce di soprano della lirica italiana, famosa in tutto il ...

SAN MARINO - La cantante lirica Renata Tebaldi è morta alle 3:30 di stamane nella sua casa di San Marino. Malata da tempo, avrebbe compiuto 83 anni in febbraio. Renata Tebaldi, stupenda voce di soprano della lirica italiana, famosa in tutto il mondo, era nata a Pesaro, la città di Gioachino Rossini.

Nota come l'anti Maria Callas, per gli straordinari successi artistici che la opponevano alla mitica collega di origine greca (si era negli anni '50 nell'Italia dei feroci dualismi, tipo Bartali e Coppi) per il mondo dei melomani ha rappresentato una stella difficilmente eguagliabile, al punto di essere definita dai suoi fans Madonna dell'Opera.

Con la sua scomparsa, va via l'ultima grande interprete della tradizione italiana del melodramma. La sua persona alta, bella, imponente, aveva tutte le doti della prima donna. In effetti, le sue esibizioni artistiche avevano qualcosa di angelico, un fluire di suoni aurei che, a detta dei più autorevoli critici avevano qualcosa di divino, riempivano di maestà e di fascino una battuta di Verdi e di Puccini.

Quando era sulle scene con il possente tenore Franco Corelli (uno dei suoi partner preferiti), appariva travolgente. In due formavano una coppia d'oro in opere come la Gioconda, Boheme, Tosca, La forza del destino. Eguale risultato quando si esibiva insieme a Mario Del Monaco. Il canto della Tebaldi sgorgava in modo inesauribile lasciando attonito il pubblico per le emozioni che sapeva donare. La sua comunicazione era immediata per la forte personalità, mentre le doti canore facevano il resto, riscuotendo sempre unanimi consensi.

Si era rivelata nel 1944 nel "Mefistofele" a Rovigo e quindi in "Andrea Schenier" alla Scala, seguito dal trionfo al Maggio fiorentino del '49 in "L'assedio di Corinto" di Rossini. Da questo momento una serie di successi fra gli anni '50 e '60, tali da costituire un vanto per teatro lirico italiano. Il suo repertorio era formato da personaggi legati in special modo all'opera italiana, Tosca, Manon Lescauto, Mimì, Madama Butterfly, Violetta, Desdemona, Leonora, Adriana Lecouvreur, tutte creature che amava appassionatamente.

Nel 1946 fu scelta da Arturo Toscanini per partecipare al concerto di riapertura postbellica della Scala. Avvenimento che la lanciò in campo internazionale. Infatti da lì a poco debuttò al Festival di Edimburgo, al Covent Garden, a San Francisco, a Parigi, dove strabiliò con "Giovanna d'Arco" di Verdi. Una delle sue parti preferite, in quanto si adattava in modo ideale alla sua personalità era Desdemona di "Otello", opera che ha replicato una infinità di volte, uno dei suoi fiori all'occhiello, memorabile anche nelle incisioni discografiche. Nel 1963 cantò per la prima volta al Metropolitan di New York, interpretando "Adriana Lecovreur" di Cilea anche questa una delle sue parti preferite.

Passò come una stella di prima grandezza ovunque, non c'erano confini per la Tebaldi, il suo timbro dolce e puro ammaliava le folle. Ne sanno qualcosa i maggiori teatri sudamericani, dal Colon di Buenos Aires al Municipal di Rio. A metà degli anni '70 la sua carriera si concluse per una improvvisa crisi delle corde vocali, capì che sarebbe andata incontro a una crisi irreversibile per cui si ritirò tranquillamente, con dignità, nella sua terra natale (qui, il festival di Pesaro due anni fa le ha dedicato una mostra omaggio per il contributo dato alla conoscenza delle opere di Rossini).

Da quel giorno si è sentita la mancanza nel mondo musicale italiano e internazionale di una voce leggendaria, apprezzata per la smaltatura preziosa, la flautata soavità degli attacchi, l'avvincente calore degli impasti, e il fraseggio impostato sulla flessibilità, ricco di suggestive legature e smorzature delicatissime, suoni trasparenti "soffiati", da far pensare (come scrisse Eugenio Gara) ai miracoli di Murano. Non amava gli attacchi violenti, i registri superiori di stampo ottocentesco, la sua arte era sublime soprattutto nelle tonalità morbide.

Contro il vocalismo "satanico" della Callas aveva contrapposto il mito della dolcezza, della celestialità. Nell'accesa polemica che per lungo tempo ha caratterizzato la rivalità tra le due cantanti, assunse il ruolo della donna mite e pacata, acquistando per tale via una immensa popolarità.

ATS
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