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Turchia: maggioranza vuole ripristinare reato adulterio

Turchia: maggioranza vuole ripristinare reato adulterio
ANKARA - Suscita allarmi e scatena passioni e accese discussioni in Turchia la proposta avanzata dal governo turco di reintrodurre il reato di adulterio nel codice penale (adottato nel 1926 copiando quello italiano) dal quale fu espunto solo sei...

ANKARA - Suscita allarmi e scatena passioni e accese discussioni in Turchia la proposta avanzata dal governo turco di reintrodurre il reato di adulterio nel codice penale (adottato nel 1926 copiando quello italiano) dal quale fu espunto solo sei anni fa.

Le polemiche sono scoppiate alla fine del mese di agosto quando in Commissione parlamentare a favore della proposta del governo si sono pronunciati non solo gli esponenti della maggioranza del partito AKP (conservatore e filoislamico) al governo, ma persino quelli dell'opposizione laica e socialdemocratica (e perciò ritenuta "progressista") del "Partito Repubblicano del Popolo", CHP.

L'accordo tra destra e sinistra è stato concluso con la sola condizione che "si preveda l'eguaglianza tra uomo e donna", e cioè che il reato di adulterio valga anche per gli uomini e non solo per le donne, a differenza del passato quando, come avveniva anche nel codice penale italiano da cui quello turco fu ricavato, l'adulterio era reato solo per le donne, mentre perché un uomo fosse perseguibile penalmente era necessaria la convivenza more uxorio (e cioè il concubinato).

Lo stesso premier turco Tayyip Erdogan ha avallato la proposta: "Questa è una misura che preverrà l'infedeltà ed i delitti d'onore, proteggerà l'onore delle donne e assicurerà l'eguaglianza tra uomo e donna" - ha detto il premier in vista della discussione del progetto di legge il 14 settembre in Parlamento.

Anche la sola donna del governo Erdogan ha approvato il progetto: "La sola ragione per cui il reato di adulterio fui abolito nel 1998 era che non rispettava il principio di uguaglianza tra uomo e donna" - ha affermato Guldal Aksit.

"La cultura e la mentalità turca sono diverse in questo da quella europea" - ha affermato anche Nukhet Hotar, unica vicepresidente donna dell'AKP.

"Abbiamo ricevuto molte lettere di donne dalle campagne che lamentano che i loro mariti non si curano di loro e vivono con altre donne e che protestano perché la polizia non può aiutarle a riportare il marito a casa" - affermano al gruppo parlamentare dell'AKP, fornendo così la spiegazione populista-elettoralistica del favore con cui il progetto di legge è stato accolto da entrambe le forze politiche parlamentari.

Ma la Turchia laica e moderna è insorta. La prospettiva di vedere reintrodurre il reato di adulterio come avviene ormai solo nei paesi islamici più arretrati, in particolare africani, ha fatto scattare in piedi, però, la Turchia delle professioni liberali, scientifiche e tecniche, quella delle organizzazioni dei diritti umani e femminili, ormai abituata all'idea che lo stato non possa intromettersi nella vita privata dei cittadini.

"La costituzione turca non consente interferenze nella vita privata dei cittadini" - dice Selma Acuner della associazione per i diritti delle donne "Kader" aggiungendo che un'eventuale penalizzazione dell'adulterio dovrebbe indurre l'Europa a congelare il processo europeo della Turchia.

La stessa Acuner smentisce i portavoce dell'AKP affermando che una donna turca "non oserebbe mai denunciare il marito per adulterio, perché temerebbe che quest'ultimo potrebbe anche ucciderla per questo".

Il mondo laico turco sottolinea che una ripenalizzazione dell'adulterio funzionerebbe in pratica solo per le donne e rischierebbe di aumentare il già pesante bilancio dei delitti di onore in Turchia.

Qualcuno sottolinea persino che la norma potrebbe essere un astuto escamotage per introdurre in un secondo tempo la poligamia. Cosa sarebbe infatti di tutti quegli uomini turchi (e sono centinaia di migliaia se non milioni) che hanno una moglie legale, sposata civilmente ed altre mogli sposate solo in moschea? Essi diventerebbero automaticamente criminali e non potranno che esercitare in futuro forti pressioni per una legalizzazione del loro matrimonio islamico. Diventerebbero un problema sociale da risolvere con il riconoscimento della poligamia. Alcuni di questi uomini sono presenti in parlamento tra le file dell'AKP. Sarà interessante vedere come voteranno il 14 settembre in Parlamento.

ATS
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