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COLDRERIO

Il mondo surreale dei The Vad Vuc

Il 18 marzo i The Vad Vuc hanno pubblicato il loro nuovo album, "Hai in mente un koala?", che conta un altissimo numero di ospiti. Cerno, la voce della band, ce lo racconta
ALESSIO PIZZICANNELLA
Il mondo surreale dei The Vad Vuc
Il 18 marzo i The Vad Vuc hanno pubblicato il loro nuovo album, "Hai in mente un koala?", che conta un altissimo numero di ospiti. Cerno, la voce della band, ce lo racconta
COLDRERIO - Un disco di tredici composizioni, sospese in un limbo tra il mondo reale e quello surreale. Surreale come le opere di René Magritte, al quale la formazione rende omaggio attraverso gli scatti - messi a punto dal fotografo Ales...

COLDRERIO - Un disco di tredici composizioni, sospese in un limbo tra il mondo reale e quello surreale. Surreale come le opere di René Magritte, al quale la formazione rende omaggio attraverso gli scatti - messi a punto dal fotografo Alessio Pizzicannella - che corredano il booklet. Una produzione, inoltre, dalla quale traspare un’ulteriore maturazione del combo, soprattutto a livello di sensibilità compositiva…

Cerno, per la prima volta la vostra line-up ha subìto una mutazione… In questi termini, qual è stata la tua prima sensazione durante le recording-session?
"Nulla in particolare, anche perché la trasformazione, se così vogliamo chiamarla, è avvenuta in maniera del tutto graduale… Sebalter (Sebastiano Paù-Lessi) ha lasciato la band nel corso delle prime incisioni, alle quali, non ha partecipato per sua scelta. Q (Daniele Cuffaro), invece, in qualche modo, è tuttora uno di noi, nel disco c’è anche lui: in studio, infatti, si è alternato con Fid (Fidel Esteves Pinto), il nuovo arrivato…"

Perché il titolo “Hai in mente un koala?”
"L’assurdità delle storie raccontate all’interno del disco non possono fare altro che rispecchiarsi in un titolo assurdo…"

Com’è nato?
"Un giorno, parlando di una ragazza, per riuscire forse a capirci meglio, abbiamo azzardato questo paragone…" (ride, ndr)

Veniamo agli ospiti… Come siete entrati in contatto con Simone Cristicchi, che duetta con te all’interno della quarta traccia, “Lo stupido”?
"Ci conosciamo già da qualche anno… L’ho chiamato chiedendogli di scrivere una strofa del brano, ma lui era già occupatissimo con le canzoni che ha presentato all’ultimo Festival di Sanremo… Alla fine, gli ho spedito la pre-produzione, e nel giro di un paio di settimane ha registrato la sua parte…"

Finny McConnell dei Mahones vi ha “prestato” “Rise Again”, in cui, grazie al suo contributo, inglese e dialetto ticinese si fondono…
"Gli ho consegnato i nastri nel momento in cui, circa un anno fa, abbiamo condiviso lo stesso palco a Iragna, proponendogli il duetto, e lui, con molto entusiasmo, ha accettato…"

Steve Wickham dei Waterboys, ossia il violino di “Sunday Bloody Sunday” degli U2, è vostro ospite per la seconda volta…
"Devo dire che con lui si è sviluppato un bellissimo rapporto d’amicizia… I pranzi a casa sua in Irlanda non li dimenticherò mai… Non potevamo affatto non coinvolgerlo…"

Con Stéphane Mellino (ex Négresses Vertes), invece, com’è andata?
"Abbiamo registrato nel suo studio a Parigi la scorsa estate… Non ti nascondo che i suoi ricordi di Helno mi hanno fatto venire la pelle d’oca…"

E poi, tra gli altri, c’è Sharon Shannon…
"Il suo organetto è la bellezza di una sirena, quella che qualche tempo fa ha incontrato Q…"

Il 4 maggio al Palaghiaccio di Chiasso darete avvio all’EucalipTour… In quell’occasione, qualche ospite del disco salirà con voi sul palco?
"Non lo escludo…"

Perché EucalipTour?
"Perché la foglia dell’eucalipto è il piatto preferito del koala…"

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