Orgia in Cina, 400 giapponesi con 500 prostitute cinesi. Giappone: "Se il fatto è vero, è molto grave"

TOKYO - Nella sua prima reazione allo scandalo scoppiato in Cina per una presunta orgia sessuale di 400 turisti giapponesi con 500 prostitute nella città di Zhuhai, vicino a Macao, il Giappone ha definito oggi «estremamente riprovevoli, se veri» i fatti addebitati. «Se risulterà vera, l'orgia collettiva, prima ancora di ogni considerazione legale, comporta un problema ancora più fondamentale. E cioè che ci siano persone che fanno viaggi all'estero con l'obiettivo di calpestare la dignità delle donne», ha detto stamani ai giornalisti il ministro degli esteri Yoriko Kawaguchim, una delle tre donne del nuovo governo del premier Junichiro Koizumi, varato otto giorni fa. Richiesto di ulteriori commenti, un portavoce del ministero degli esteri si è limitato ad affermare che «l'incidente è oggetto di un'accurata indagine». Ieri il ministero degli esteri cinese aveva convocato a Pechino il numero due dell'ambasciata giapponese per una protesta. Lo scandalo è stato denunciato due giorni fa dalla stampa cinese che ha riferito di una gigantesca orgia collettiva oreganizzata da centinaia di turisti giapponesi in un albergo di Zhuhai, confinante con la regione autonoma di Macao. L'orgia sarebbe avvenuta il 18 settembre, anniversario dell'invasione giapponese in Manciuria nel 1931. Secondo le notizie dei giornali cinesi, i turisti giapponesi, quasi tutti giovani, avrebbero chiesto alla direzione dell'albergo di esporre la bandiera nazionale del Sol Levante per festeggiare l'avvenimento, ottenendo però un rifiuto.




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