Cerca e trova immobili
LUGANO

«Non sono mai stato in Svizzera. Immagino un tour molto carnale»

Tananai è pronto: il Calmocobra - European Tour parte da Zurigo e il 4 aprile sarà a Lugano
HORANG MUSIC
«Non sono mai stato in Svizzera. Immagino un tour molto carnale»
Tananai è pronto: il Calmocobra - European Tour parte da Zurigo e il 4 aprile sarà a Lugano

LUGANO - Zurigo, poi Lugano e quindi Londra, Barcellona, Amsterdam, Bruxelles e Parigi. Un giro per il Vecchio continente che avrà un sapore speciale per Tananai, che è prontissimo a iniziare il suo Calmocobra - European Tour. C'è stato l'occasione di scambiare quattro chiacchiere con il cantautore italiano in vista del concerto del 4 aprile al Padiglione Conza.

Alberto, la tua Europa parte dalla Svizzera: come lo sogni, questo primo tour continentale?
«Lo sto immaginando molto carnale, molto viscerale. La dimensione dei club mi è sempre piaciuta tantissimo, anche se purtroppo (o per fortuna) ho iniziato a esibirmi nei palazzetti. Quindi posti più grandi, dove è altrettanto bello ma mi piace l'idea di abbracciare con lo sguardo tutte le persone presenti, di sudarsi addosso. Essere, per l'appunto, viscerali».

Molti artisti hanno lodato il pubblico svizzero. L'ultimo è stato Grandi Numeri dei Cor Veleno, secondo cui è il più solare e quello che si gode maggiormente la musica. Questo ti carica ancora di più in vista delle prime due date del tour?
«Sicuramente sì. È così perché da voi si sta molto bene. Me lo dicono amici che ci sono stati parecchie volte così o che vivono lì. Sono curioso di conoscere nuove persone, tanto meglio se sono di culture diverse. Certo, la Svizzera e l'Italia sono così vicine e siamo molto simili. Però è bello poter apprezzare ogni sfaccettatura di differenza tra culture e paesi. È qualcosa che mi eccita molto».

Da milanese (anzi da colognese) hai mai avuto modo di frequentare il Canton Ticino, anche solo per una passeggiata domenicale?
«Ti dico la verità: no, non sono mai andato in Svizzera e infatti sono molto contento di questo tour europeo. Anche perché ci sono altre città dove non sono mai andato in vita mia. Sarà stupendo vederle per la prima volta, facendo quello che mi piace fare più di qualsiasi altra cosa al mondo».

In un'intervista a GQ hai spiegato di aver imparato a prenderti più tempo, sia per te stesso che per lavorare alle canzoni. Quanto è stato difficile, per il cobra, imparare a stare calmo?
(ride, ndr) «Eh, è stato difficile e lo è tuttora, nel senso che non si smette mai di imparare o di migliorare. Il lavoro su se stessi è fondamentale e va fatto quotidianamente, fino alla fine dei nostri giorni. Quindi mi piace pensare di non essere ancora arrivato alla condizione che mi prefiggevo. Altrimenti - essendo io una persona tendente all'ozio - mi potrei calmare un po' troppo. Ma è stato molto importante fare quella pausa, lo meritavano coloro che mi ascoltano. Non ho voluto cercare semplicemente di battere il ferro finché è caldo, proseguire con una formula vincente... Penso soprattutto che noi, benedetti fortunati che facciamo questo mestiere, abbiamo una sola vera responsabilità nei confronti del nostro pubblico: non fermarci mai veramente, cercare sempre di evolvere, di crescere insieme a esso».

Tra le tante descrizioni dell'album "Calmocobra", dopo la pubblicazione dello scorso autunno, mi è piaciuta in particolare quella di Francesco Lo Torto di Vanity Fair: ha detto che l'album «descrive l'amore tormentato di Tananai per l'amore».
«Ha dato una bella descrizione, ci ha azzeccato abbastanza. Molto spesso ci si innamora, più che delle persone, dell'idea che ci si facciamo di esse. Così più che dell'amore, dell'idea dell'amore. Quindi a volte è difficile davvero capire quello che ti circonda. Nelle storie fondamentalmente d'amore che racconto nel mio disco ci sono un po' tutti i vari aspetti, ma con una positività di fondo, una fiducia nell'amore che, però, a volte è mal riposta».

Hai invitato i giovani presenti al Global Citizens Model UN, che si è svolto all'Assemblea delle Nazioni Unite, a non fingere di essere perfetti ma a fare tesoro anche delle parti che non si sposano con le aspettative del mondo. Non solo belle parole: hai portato loro il tuo esempio personale.
«Sono contento se qualcuno si rivede e può prenderlo come fonte d'ispirazione. Non tanto la persona che sono, perché ognuno di noi è pieno di sfaccettature e di momenti bui. Penso al Sanremo in cui tutto è andato male: alla fine sono molto contento che sia andata in quel modo. Al di là del riconoscimento da parte degli altri, dei numeri o delle classifiche, quando vai a letto sei da solo con te stesso. Se non hai raggiunto quell'obiettivo che ti eri prefisso all'inizio, ma hai fatto quello che era in tuo potere per farlo, ne sei consapevole e ti vuoi bene, accettando i tuoi limiti... Quello è un passo in avanti per cercare di stare più tranquilli. Penso che una delle responsabilità che abbiamo come esseri umani sia di stare bene con noi stessi, di cercare di migliorare la nostra vita e, di conseguenza, anche quella degli altri».

Che effetto fa parlare da quel podio, dal quale sono passati tutti gli uomini più potenti della Terra?
(ride ancora, ndr) «Pesante, pesante. Mi sono sentito un politico. È stato strano ma altrettanto bello, proprio perché c'erano davvero tanti ragazzi ad ascoltare le parole di un altro ragazzo come loro. Poi tutte le cose che mi fanno uscire dalla mia comfort zone mi piacciono. Non so se lo rifarei, ma sicuramente me lo porterò dietro per un bel po'».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
Naviga su tio.ch senza pubblicità Prova TioABO per 7 giorni.
NOTIZIE PIÙ LETTE